L’ombra di Iside – Marco Buticchi



Marco Buticchi
L’ombra di Iside
Longanesi
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Una nuova corposa e non scontata favola per grandi, con il sapore di un’avventurosa saga millenaria, preceduta da un antefatto quasi futuristico che ostenta una data del 2021. E dunque L’ombra di Iside si apre il 21 marzo 2021. Sara Terracini, unanimamente riconosciuta come esperta glottologa ed archeologa, moglie innamorata e riamata di Oswald Breil, il geniale nano, ex funzionario del Mossad ed ex ministro israeliano, si trova su invito di Najid Rushdi Ministro delle Antichità egiziano, in incognito nell’antica città di Berenice, davanti a un pannello di  una tomba appena scoperta  forse di una discendente dei Tolomei, in cui si parla di una regina, la famosa Cleopatra. Sul pannello – che parrebbe quello introduttivo ma esplicativo anche se presumibilmente scritto per ultimo -, Sara Terracini legge, traducendo agevolmente dal greco antico, anche la tragica fine di Cleopatra:… “costretta a compiere un ultimo scellerato gesto”…  Il pannello  fa parte di una serie di trentadue delle stesse dimensioni, sulla vita della sovrana egiziana incastonati nel muro, e riporta il preciso diario redatto  dalla sua guardia del corpo la  guerriera Teie. Ma uno dei pannelli manca. É andato perduto. Quello che presumibilmente svelava il luogo e le modalità della sepoltura. Deve essersi staccato e poi caduto a terra, frantumandosi. Ma dove sono finiti i cocci? Al suo posto sulla parete di calcare  figura invece chiaro  scritto in caratteri occidentali la frase: G.B.B. ottobre 1818 (Giovanni Battista Bolzoni). La tomba quindi è già stata violata, ma poi volutamente celata dal grande padovano pochi anni prima della sua morte. Potrebbe quindi essere stato lui ad aver preso e portato via i pezzi del pannello mancante? Il governo egiziano, nonostante lo sfavorevole rapporto politico tra i loro due paesi, confida di affidare a Sara Terracini, se lei otterrà il via libera del marito, le ricerche storiche relative ai pannelli e all’auspicato ritrovamento  di quello mancante.  Ma, per farlo, Sara dovrà trasferirsi nello yacht laboratorio, il Pharaon King, la grande e fantascientifica  imbarcazione  di Al Akim figlio di Munahid Al Akim, un pericoloso multimiliardario internazionale che controlla un impero economico senza confini, e i due coniugi scopriranno presto che dietro il mistero del pannello mancante si nasconde una subdola minaccia per l’umanità e che anche stavolta  il tradimento si nasconde come una serpe velenosa pronta a colpire. Come tutti i romanzi di Marco Buticchi anche stavolta ci confrontiamo con tre diversi filoni narrativi che corrono paralleli incrociandosi. Il primo, che si rifà all’antefatto, ha come principale protagonista  Teie, la guerriera Cinnane, la guardia del corpo assegnata alla sua nascita a Cleopatra da suo padre il faraone Tolomeo XII. Sarà sempre la sua ombra protettrice e custode. Per lei sacrificherà tutto, anche la propria vita personale, sarà testimone di ogni atto e complice delle manovre della futura sovrana d’Egitto.  La vedrà crescere, farsi forte, bella, battersi ed eliminare senza rimorsi tutti i rivali per arrivare trono, scegliere di conquistare  il grande Cesare, dargli un figlio, seguirlo pericolosamente a Roma capitale dell’Impero e poi sostituirlo con Marco Antonio, forse il vero amore della sua vita, avvolgerlo nelle sue trame, probabilmente tarpargli le ali e subire con lui l’ignominiosa sconfitta. E Teie vedrà la sua signora e pupilla darsi volontariamente la morte, diventando l’unica testimone e custode dell’ultimo grande segreto di Cleopatra, il luogo delle sua sepoltura.  Ma il secondo filone narrativo di L’ombra di Iside è invece legato indissolubilmente a Giovan Battista Belzoni (1778-1823), esploratore ingegnere e pioniere dell’archeologia, di origini padovane  ma naturalizzato inglese,  arrivato per la prima volta ad Alessandria d’Egitto  il 9 giugno del 1815. Belzoni, erculeo di costituzione, era alto 2 metri e 10, ma che si faceva notare anche per la bellezza, visto che, secondo i suoi biografi  aveva: “spalle larghe, petto profondo, gambe lunghe, testa nobile portata splendidamente eretta su un forte collo, andatura aggraziata… volto bello con lineamenti aquilini fini e nobili, bocca grande e sensuale narici delicate, occhi azzurri ricchi di dolcezza, ma nello stesso tempo di fuoco…” Uomo di grande intelligenza  e  infaticabile  lavoratore, pioniere dell’archeologia e dell’egittologia, fu una figura di primo piano nelle prime spedizioni di ricerca  in Egitto  e per il suo spirito di avventura e le impossibili missioni da lui compiute  hanno ispirato perfino il mondo del cinema. Pochi  sanno, infatti, che George Lucas, il regista di Guerre Stellari, quando nel 1981 creò l’Indiana Jones dei Predatori dell’arca perduta, lo fece pensando proprio alla vita di  Belzoni e alla sua eccezionale impresa  del trasporto del gigantesco busto del Giovane Memnone che ritrae Ramses II, ispirò una celebre poesia  a Percy Shelley.
Giovan Battista Belzoni giunto in Egitto in cerca di fortuna, dotato per le lingue e disposto  a integrarsi con la popolazione locale, si troverà a compiere azioni incredibili  di grande risonanza internazionale quali la scoperta  dalla tomba di Seti I descritta come “la Cappella Sistina d’Egitto”. Azioni  che gli procureranno fama e onori ma, per sua disgrazia  coinvolto in faide tra rivali di diverse nazionalità anche attacchi,  contrasti  e agguerriti nemici, pronti a tutto soprattutto a uccidere pur di sottrargli  quello che forse neppure lui immagina il tesoro  più prezioso: i cocci della tavoletta d’argilla che probabilmente indica il luogo di sepoltura della leggendaria regina d’Egitto, Cleopatra, e del suo grande vero amore, il generale romano Marco Antonio.                                                                                A beneficio dei lettori  dunque un bel ripasso di storia romana. Un ripasso quasi enciclopedico  che va dalla restaurazione sul trono egiziano da parte di Gneo Pompeo Magno di Tolomeo Aulete o Tolomeo XII (padre di Cleopatra), condito dalle inevitabili stragi familiari, al coinvolgimento di Giulio Cesare nel 55 a.C. dopo l’eccidio di usipeti e tecteri in Gallia ( meglio a Kessel, Brabante Settentrionale, Paesi Bassi), ai vari sanguinosi  scontri durante i due successivi triumvirati, ma sempre con la bella Cleopatra Tèa Filopàtore a far da ciliegina sulla torta. E quindi avremo per  primo quello tra Cesare, Pompeo e Crasso e poi, come conseguenza delle Idi di Marzo e dell’assassinio di Cesare, quello  tra Antonio, Ottaviano e Lepido, fino ad arrivare  al finale trionfo di Ottaviano, il tutto abilmente adattato da Buticchi alla sua trama.  Ma anche l’avventurosa ma sfortunata trama gialla legata al grande Giovan Battista Belzoni, personaggio realmente esistito e tuttavia ai nostri giorni purtroppo quasi dimenticato (solo la sala Egizia  del celebre caffè Pedrocchi di Padova, costruita con marcati riferimenti al rito egizio della massoneria e soprattutto per celebrare la figura dell’illustre padovano, ne conserva imperitura memoria). Belzoni infatti fu un celebre affiliato alla Grande Loggia Unita d’Inghilterra, quella con a capo il duca di Sussex, figlio della Regina Vittoria, circostanza che aprirà il cammino a quella contorta  e deviata parte della Massoneria, la setta del Sole di Iside, per i suoi più torbidi fini.  La trappola, astuta e ben congegnata, è pronta a richiudere la sua crudele morsa su Sara, Oswald e il capitano Bernestein.  Riusciranno i nostri eroi?…                                                                                           Un’audace e poliedrica ricostruzione storica che ci rimanda alla possibile soluzione di uno degli ultimi grandi enigmi dell’Antico Egitto : il mistero  della tomba di Cleopatra.  E ancora una volta Marco Buticchi riporta in scena come appoggio e puntello della sua trama il Williamsburg e il suo formidabile equipaggio; poi, con accorta destrezza utilizza e manovra i suoi personaggi cult: l’inafferrabile Oswald Breil e la sua bella moglie Sara Terracini per contrastare  trame e occulte minacce.

Patrizia Debicke

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