L’ombra nel pozzo – Chi Wei-Jan



Chi Wei-Jan
L’ombra nel pozzo
Marsilio
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Taipei, Taiwan. Wu Cheng è un professore universitario, sceneggiatore e scrittore che, giunto alla mezza età e separatosi dalla moglie, decide di lasciare la carriera accademica e cambiare totalmente vita. Da un giorno all’altro si trasferisce in un quartiere popolare e inizia la sua nuova professione: investigatore privato. Il suo primo caso è un’indagine che sembra riferirsi alla solita storia di una moglie tradita e si rivela invece un episodio di corruzione ad alto livello nel settore amministrativo della sanità locale. Ma questo è ancora niente. All’improvviso in città fa la sua comparsa un serial killer. In pochi giorni si susseguono tre omicidi e le tracce sembrano portare tutte a Wu. L’investigatore dovrà sudare per convincere la polizia della sua innocenza e soprattutto per trovare il vero colpevole che si scopre appartenere alla cerchia dei suoi stretti conoscenti.
Il titolo rimanda a un racconto buddhista che narra di un cane in lotta con la sua ombra riflessa in un pozzo. E il tema del buddhismo ricorre in tutto il romanzo in una narrazione che procede spedita tra i ricordi della vita passata di Wu e i vicoli di Taipei, popolati di personaggi tratteggiati sempre in modo vivace. Filosofia, religione, teatro, cinema e letteratura si intrecciano nei dialoghi e nelle riflessioni del protagonista, senza mai cadere nella noia e mantenendo sempre l’attenzione del lettore desta grazie a un pizzico di ironia che rende il testo piacevole.
Il protagonista ha una personalità complessa e l’autore indulge nella descrizione, a tratti ironica, delle sue piccole manie e fobie. La ricerca della simmetria e gli attacchi di panico sono infatti due degli elementi che contraddistinguono il personaggio, oltre a una inevitabile passione per il romanzo poliziesco che lo porta a emulare i grandi detective della letteratura e delle serie tv.
Sullo sfondo de L’ombra nel pozzo  la società taiwanese, descritta in un modo scanzonato che la rende incredibilmente simile alla nostra: “A Taiwan le regole esistono solo come riferimento indicativo e vengono seguite in modo molto approssimativo. Segnali di divieto si vedono ovunque, e accanto ai segnali, come se niente fosse, fanno tutti il loro porco comodo: allestiscono bancarelle per vendere prodotti di contrabbando laddove è esplicitamente vietata la vendita di qualsiasi oggetto; parcheggiano in divieto di sosta; guidano come dei pirati della strada; portano gli animali dove non dovrebbero; danno da mangiare alle scimmie per strada; tengono coccodrilli in giardino; cos’altro manca alla lista? Insomma, basta che il governo vieti qualcosa, ed ecco che i taiwanesi sono subito pronti a fare l’esatto contrario, e pensano pure di avere ragione. E questo è il motivo principale che fa di Taiwan un eccellente posto in cui vivere.”
L’ombra nel pozzo è un bel libro per una giornata al mare in questa calda estate.

 

 

Cristina Bruno

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