L’ombra



Roger Hobbs
L’ombra
Einaudi
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Atlantic City e Kuala Lumpur. 48 ore di luglio scorso e qualche settimana di cinque anni fa. L’Ombra è un 36enne che vive, dorme, mangia solitario, non si fida di nessuno, solo una trentina di persone sanno che esiste, fa il rapinatore da quasi venti anni e ha cominciato appena maggiorenne, quando non lavora traduce i classici (greci e latini). Non ha nome né telefono fissi, paga in contanti. Odora di pepe nero e coriandolo, è alto un metro e ottanta, cambia sempre tutto il resto: identità, aspetto, residenza, mezzi. E’ un impostore professionista, ha imparato da Angela, niente droghe, mutui, fidanzate e omicidi inutili. E’ il migliore e nessuno lo conosce. Cinque anni prima in Malesia con lo pseudonimo Jack Delton ha commesso giustificabili errori che hanno fatto saltare un immenso furto e gli ultimi legami (anche con lei). Lo trova il committente di allora: per tornare pari deve ritrovargli i soldi di un colpo finito male in un casinò. Due belle avventure in prima per l’esordio del 22enne Roger Hobbs (“L’ombra”, Einaudi 2013, pag. 341 euro 19; orig. “Ghostman” 2013, trad. Alfredo Colitto), presto un film. Noce moscata e Vivaldi.

valerio calzolaio

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