L’ultima volontà



Roberto Perrone
L’ultima volontà
Rizzoli
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Sapendo di essere in punto di morte, un ex terrorista rosso decide di liberarsi di un grosso peso: racconta, infatti, di non aver compiuto l’efferato crimine per cui ha scontato parecchi anni di carcere. Correva il 1986 e tre carabinieri vennero massacrati nelle campagne intorno a Reggio Emilia. La confessione potrebbe non avere un seguito, se non fosse che a raccoglierla è stata la cognata di Annibale Canessa, ex colonnello dell’Arma. Quest’ultimo rimette in piedi il suo team “privato” e comincia a indagare, scoprendo un vero e proprio complotto che risale addirittura al 1945. In quel periodo di grande confusione che accompagnò la fine della guerra, molti ne approfittarono per regolare dei conti aperti, gettando pesanti ombre sulla Resistenza. Canessa, tenendo fede al soprannome di “Carrarmato”, non si fermerà davanti a nulla e a nessuno per appurare la verità e riscattare l’onore dei tre carabinieri uccisi.
Da un prologo che vede protagonista una geniale e coraggiosa ragazzina, prende le mosse un coinvolgente romanzo che attraversa vari periodi della nostra storia. Alternando, infatti, piani temporali diversi, l’autore intreccia una serie di vicende che vedono protagoniste anche alte cariche dello Stato, disposte a tutto pur di occultare il passato. Perrone si confronta con argomenti scomodi come quello della Resistenza, senza il timore d’incorrere in eventuali critiche o giudizi negativi. Lo stesso vale per il fenomeno del terrorismo, in particolare le famigerate Brigate Rosse: una delle voci che si alternano nel racconto dei fatti è proprio quella di un brigatista, che s’innamora e viene meno a tutte le fondamentali regole della clandestinità. L’ultima volontà è un romanzo denso di personaggi positivi e negativi, spesso dotati di una doppia faccia. Ne scelgo due che, personalmente, ritengo più significativi. Sono entrambe figure femminili: la prima è la ragazzina cui ho accennato in precedenza, senza il cui coraggio tutto sarebbe rimasto nell’oblio; la seconda è un’anziana donna, spietata e opportunista, che nel corso degli anni non si è fatta scrupolo alcuno per conquistare e mantenere posizioni di vantaggio e di potere. Ai lettori non rimane che godersi questo bel romanzo e sperare che Annibale Canessa, avviato a cominciare la sua “terza vita”, torni presto.

Massimo Ricciuti

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