L’ultimo processo – Scott Turow



Scott Turow
L’ultimo processo
Mondadori
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L’autore di questo libro è nientemeno che uno dei mostri sacri della letteratura gialla americana. Esattamente di quel particolare settore che ha come ambientazione le aule dei tribunali e per questo va sotto il nome di *legal thriller”. Un genere molto affascinante, che vede aumentare costantemente  il gradimento dei lettori perché all’elemento suspense aggiunge i percorsi legali verso la conoscenza  della verità ai fini dell’amministrazione  della giustizia, anche se, negli Stati Uniti, come da noi, la giustizia legale non corrisponde sempre a quella morale. Scott Turow, avvocato oltre che scrittore, non solo è un famoso esponente di questo settore, ma ne è addirittura il padre, avendo debuttato nel 1985 con “Presunto innocente”, il romanzo da cui è stato tratto il film interpretato da Harrison Ford, che gli ha dato grande popolarità. In questo libro il protagonista è Sandy Stern, lo stesso di presunto innocente. Ormai novantenne, Stern, avvocato penalista, ha deciso di indossare per l’ultima volta la toga per difendere l’amico Kiril Pafko, premio Nobel per la medicina per aver scoperto una molecola dalle formidabili proprietà anticancro. Pafko, diventato ricchissimo oltre che famoso, deve difendersi dall’accusa di insider trading,  gravissima negli USA (da noi non farebbe neanche il solletico),  per aver venduto in tempo, guadagnando milioni di dollari, le  quote azionarie del farmaco “g-Livia”, prodotto grazie alla sua scoperta, rivelatosi apparentemente mortale per alcuni pazienti. Nel tribunale in cui si dibatte la causa sono tutti amici di vecchissima data. L’avvocato della difesa Sandy Stern, il  procuratore federale Moses Appletonl,  la giudice Sonya Klonsky detta  “Sonny”. Senza contare che Stern è assistito dalla figlia Marta, anche lei avvocato e socia dello studio Stern & Stern, migliore amica da sempre della figlia della giudice, e dalla giovane  nipote Pinky. Praticamente un clan  famigliare e amicale. Ma la causa che si dibatte nell’aula è federale e il reato, gravissimo. La giudice Sonny mette in chiaro subito che sarà inflessibile e non farà sconti. Ma poi succede qualcosa che apre uno scenario sulla sua umanità e sull’affetto che la lega agli Stern: il vecchio ma sempre brillante avvocato è colpito da infarto in aula. Si riuscirà, in una situazione così intricata, a fare giustizia? Molto “legal” e poco “thriller”, questo romanzo che risulta di grande attualità benché a tratti sia  esageratamente prolisso nelle descrizioni e nell’introduzione di elementi non necessari alla trama, piacerà soprattutto a chi, per professione, pratica la legge e frequenta le aule dei tribunali nonostante  le violazioni al centro della narrazione siano di natura più finanziaria che criminale. Questo romanzo è consigliabile agli autori che desiderano conoscere i meccanismi del processo americano, che sono diversi dai nostri, perché l’amministrazione della legge in Italia è di gran lunga più complicata e farraginosa, ma forse, alla lunga, più equa. La trama è interessante anche se poco avvincente.

Adele Marini

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