L’uomo nell’ombra

Regia: Roman Polanski. Sceneggiatura: R. Polanski, Robert Harris. Interpreti: Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Olivia Williams, James Belushi, Timothy Hutton, Eli Wallach. Francia, 2010, 131′

Giallo fantapolitico, il film racconta di un ex primo ministro inglese (riferimenti a Blair piuttosto espliciti) coinvolto in scandali e travolto da una crescente impopolarità. Nasce il sospetto che le recenti disgrazie giudiziarie di Polanski siano state sollecitate dallo spirito anti-americano che anima questo straordinario film che non fa sconti nel denunciare la dipendenza britannica dal governo USA.

L’uomo nell’ombra è uno dei migliori lavori del regista polacco (dal romanzo di di Robert Harris), che un po’ ricorda il suo precedente L’Inquilino del terzo Piano (1976) interpretato da lui stesso, dove il protagonista è gradualmente trascinato dal collettivo condominiale in un’incalzante discesa agli inferi. Orso d’argento a Berlino, l’ultimo film di Polanski dà una lezione indimenticabile di suspense fino al finale a sorpresa londinese, con il grande colpo di scena degli ultimi cinque minuti che inchioda alla poltrona ogni spettatore.

Uno scrittore senza nome interpretato da Ewan McGregor, eroe per caso coinvolto in un gioco più grande di lui, per 250mila dollari s’impegna a ri-scrivere, dopo la misteriosa morte del suo predecessore, le memorie dell’ex primo ministro inglese Adam Lang, in ritiro in una isoletta del New England, (peggio di Shutter Island) e indagato per crimini di guerra.
Grazie all’ambiguità dell’ex first lady e della segretaria (Olivia Williams e Kit Cattral), il ghost writer si aggira nella villa in una ragnatela di segreti, mettendo in pericolo la sua vita: la narrazione si sviluppa dal suo punto di vista dalla prima all’ultima scena. Ed è grazie alla regia se quella figura è assolutamente credibile perché, per ammissione dello stesso Ewan McGregor, i minuziosi consigli hanno fatto di Polanski un costante riferimento per ogni attore. Pierce Brosnan, nella parte dell’ex primo ministro, dimostra che è possibile sopravvivere alle sue vecchie interpretazioni di agente 007. Di grande impatto la colonna sonora, nella migliore tradizione hitchcockiana.

aldo selleri

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