Magellan

 

14731127_10153756934030670_2373014227713454943_nIl saluto e il ricordo di Milanonera del grande Alan D.Altieri sono affidati alle parole di Patrizia Debicke van der Noot

Un gran signore, un vero gentleman della vecchia guardia e allo stesso tempo il più fantastico sognatore di irreali mondi impossibili.
Un gigante, una quercia, solo questo mi viene  in mentre di dire pensando ora a Sergio. Non so quale crudele fulmine l’abbia spezzato.
Ovunque tu sia o tu vada ora, fai buona strada amico mio.

La recensione del suo ultimo lavoro era qui , pronta per essere pubblicata. Lo facciamo oggi, per ricordare Sergio e i suoi libri.

41CxDB4VCAL._SX318_BO1,204,203,200_Ce l’hanno fatto aspettare ma… finalmente ecco Magellan il secondo capitolo della azzardata saga Terminal War (fantascienza pura) di Sergio Altieri, ottimo sceneggiatore, traduttore eccelso, scrittore di gran polso (è sua la trilogia di Magdeburg), vate dell’Apocalisse annunciata e straordinario costruttore di storie. In Magellan, inevitabile proseguimento di Juggernaut, Alan D. Altieri alza il livello dello scontro alla dimensione cosmica, trascinando il lettore al di là dell’immaginabile, fino all’ultima linea di confine tra l’umano e il non-umano. Un’atmosfera techno-gotica estrema.
Comunque ricapitoliamo per quei lettori, pochi immagino, che dovessero partire da zero. La Terra è malata, quello che resta dell’umanità, sembra marcio o con un piede nella fossa. Dimenticate sole, cieli azzurri, nuvolette, uccellini, praticelli verdi eccetera eccetera. Nossignori! Dopo che il Morbo Nero ha reso il resto del pianeta un desertico continuum di rovine bruciacchiate, invaso da rovi, sterpaglie, ferrivecchi rugginosi, dove il cielo è violaceo e il vento nero porta solo pioggia torrenziale e monsoni, quanto resta dell’umanità sta ancora provando a trascinarsi fuori dai postumi di una catastrofe pandemica planetaria. Sulla Terra ormai si vive, o meglio si vegeta, in enormi «ecumenopoli, metastasi urbane da decine a volte centinaia di milioni di abitanti, nelle quali: chi ha vive, chi non ha muore», in un mondo senza più regole e con la catastrofe annunciata: perché ciascuno sta morendo ma rifiuta di accettarlo.
«Sulla Terra la guerra è finita, ma in qualche altro «luogo» c’è un nuovo nemico in attesa » recita la quarta di copertina di Magellan. E in agguato…
Karl Adrian Dekker è un hunter-killer (cacciatore-assassino), un maledetto superstite, piagato dalle cicatrici del corpo e dell’anima, che ha troppe guerre dietro le spalle, ha calpestato troppo sangue sulla sua strada ed è stato scelto, perché il grande progetto Gottsckalk per andare tra le stelle, la spinta out, non è andata come si sperava.
E dell’intero progetto, rimangono ormai solo devastazione e fredde ceneri. Ma Karl Dekker è forse in grado di fare ancora qualcosa. Insomma di compiere un’ultima missione: nome in codice Progetto Magellan, con la più gigantesca nave spaziale mai concepita dal genere umano. Una missione destinata a rappresentare una svolta della specie, una missione votata alla conoscenza, alla comprensione e al contatto con un’altra forma d’intelligenza. Si pensa ancora infatti che possa esserci qualcosa “là fuori”.
Mettendo piede a bordo, Dekker però dovrà superare un primo choc emotivo di fronte all’Intelligenza Artificiale, cervello e motore della Magellan, e la sua voce sorprendentemente «umana, troppo umana», che conserva la matrice primaria di Alexandra Ronan Wake, e lo riporta bruscamente ad altri tempi, poi barcamenarsi nell’immediato faccia a faccia con il comandante Reed che non vorrebbe interferenze sulla sua nave mentre il resto dell’equipaggio, cinque persone in tutto e ben integrate tra loro, è molto disponibile.
Ciò nondimeno a causa di una distorsione anomala, evento assolutamente imprevedibile, la rotta del Magellano muta e l’astronave si trova coinvolta in un viaggio verso l’ignoto. Il ruolo di Dekkar quindi sarà essenziale in un’esplorazione che va al di là dell’estremo limite di ogni spazio conosciuto: fino alla stella gigante rossa chiamata: Cauda Serpentis, la «Coda del Serpente»….
E c’è qualcosa in orbita nella luce purpurea di Cauda Serpentis, qualcosa di inimmaginabile, immenso e terribile, testimone di eventi troppo spaventosi anche solo per essere concepiti. Dekker dovrà calarsi per primo nella nuova dimensione e per lui e l’intero equipaggio del Magellan, Cauda Serpentis rappresenterà l’avvio di una letale discesa verso l’inferno. Perché laggiù c’è un nemico che pare invincibile e  una nuova guerra  terminale, sta per scoppiare.

 

Patrizia Debicke

Potrebbero interessarti anche...