Maneggiare con cura



Lansdale
Maneggiare con cura
fanucci
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E’ già uscita da un po’ di tempo sul mercato italiano una raccolta di racconti di Joe R. Lansdale per i tipi Fanucci, Maneggiare con cura. Lansdale è un personaggio abbastanza eclettico, texano al cento per cento, ma quello che interessa maggiormente di lui è il suo modo di scrivere, ironico, beffardo, drammaticamente perfetto. Il New York Times Book Review ha detto di Joe R. Lansdale: “uno scrittore con l’innata capacità di saper raccontare storie con folcloristica dovizia di dettagli e incomparabile senso del ritmo”. Lansdale ha vinto nel corso della sua carriera: il BRAM STOKER HORROR AWARD (5 volte), il BRITISH FANTASY AWARD, l’HORROR CRITICS AWARD, l’AMERICAN MISTERY AWARD, lo SHOT IN THE DARK INTERNATIONAL CRIME WRITER’S AWARD, il BOOKLIST EDITOR’S AWARD, il CRITIC’S CHOICE AWARD e il NEW YORK TIMES NOTABLE. Insomma non si può proprio dire che non abbia ricevuto importanti riconoscimenti, riconoscimenti che dovranno pur valere qualcosa.

E leggendo Maneggiare con cura si ha la quasi netta impressione che, tutto sommato, tutti questi premi non gli siano stati conferiti a caso, per la sua bella faccia. Joe R. Lansdale è voyeur che analizza la società americana passandola al setaccio, mettendo in evidenza le sue perversioni, i suoi falsi miti, le sue fobie sociopolitiche, ma anche il suo degrado culturale. E’ una raccolta importante, la migliore che Fanucci ha messo sul mercato da quando ha lanciato la collana AvantPop: questa silloge propone quindici tra i migliori lavori brevi dell’autore texano, L’arena (The pit, 1987), Girovagando nell’estate del ’68 (Steppin’ Out Summer ’68, 1990), Godzilla in riabilitazione (Godzilla’s Twelve Step Program, 1994), La bambola gonfiabile: una favola (Love Doll: A Fable, 1991), Un signor giardiniere (Mister Weed-Eater, 1993), Piccole suture sulla schiena di un morto (Tight Little Stitches in a Dead Man’s Back, 1986), La notte dei pesci (Fish Night, 1982), Nel Deserto delle Cadillac con in morti (On the Far Side of the Cadillac Desert with Dead Folks, 1989), I treni che non abbiamo preso (Trains Not Taken, 1987), La notte che si persero il film dell’orrore (Night They Missed the Horror Shows, 1988), Non viene da Detroit (Not from Detroit, 1988), Incidente su una strada di montagna (e dintorni) (Incident On and Off a Mountain Road, 1991), Una serata al drive-in (Drive-in Nate, 1990), L’inferno visto dal parabrezza (Hell Through a Windshield, 1994), Eccitarsi per l’horror: emozioni a basso costo (A Hard-On for Horror: Low Budget Excitement, 1994). Come ho già avuto modo di puntualizzare, questa è la migliore raccolta di racconti AvantPop apparsa per Fanucci, una raccolta tra le migliori degli ultimi dieci anni. Per la prima volta si ha a che fare con letteratura americana viva, ironica, che sfrutta gli stereotipi narrativi per dare addosso al cliché della società moderna, cliché che la vorrebbe perfetta nella sua imperfezione. Lansdale è consapevole del suo stile e ne fa un utilizzo scevro di ipocrisie, uno stile per certi versi asciutto, perfettamente intelligibile. La pecca maggiore dell’AvantPop è di essere, spesse volte, poco chiaro e nei contenuti e nello stile, una tara pesante questa che fa dell’AvantPop un genere letterario noioso quanto poco credibile. Ma Lansdale ha il dono di saper scrivere con precisione adamantina anche quando abbraccia l’horror e la fantascienza: sposare altri generi letterari per l’autore texano non significa ridicolizzarli, piuttosto significa saper mettere l’accento sui loro difetti e lasciar spazio al lettore di divertirsi ragionando.
Giocando deliberatamente con il voyeurismo, vero e proprio cardine strutturale del cinema horror fin dalle sue origini, rappresentando in controluce una società che guarda e non fa altro che guardare: un mondo civilizzato che forse abita in lontane città, del tutto assenti da queste storie come assenti sono tutti gli altri segni della modernità, dalla tecnologia al denaro, dal lavoro al consumo. Se i contrafforti su cui si basa il modello americano sono l’etica protestante del lavoro e l’accumulazione di capitale, il Texas di Lansdale rappresenta la negazione di quell’America, e di tutti i suoi miti. Perfino l’automobile, il viaggio, vengono svuotati di valore. Le macchine dei bifolchi sono sempre rottami; se ci si sposta, ci si perde, con conseguenze disastrose e spesso letali…”, dalla postfazione di Luca Briasco e Mattia Caratello.

Le battute di Joe R. Lansdale sono volgarmente perfette, stereotipate, così ovvie che per assurdo assumono un significato che si spinge oltre il cliché del risaputo, ecco un esempio: “Razza di piccolo, stupido, tisico cazzetto a matita, non riusciresti a fottere nemmeno un pidocchio fino a farlo svenire. Sei virile quasi quanto un Tampax.” (Love Doll: A Fable , 1991) C’è da smascellarsi dalle risate, ma c’è anche tessuto ironico su cui riflettere seriamente: la società disegnata da questo maestro texano è una società avviata a produrre la sua distruzione con ipocrita consapevolezza, una società che, comunque, non ha nulla affatto intenzione di porre rimedio ai suoi errori e orrori. Finalmente, è il caso di dirlo ad alta voce, una raccolta intelligente sull’AvantPop, un grande atto di coraggio editoriale che Fanucci propone al suo pubblico di lettori. (giuseppe iannozzi)

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