Massimo Carlotto – La signora del martedì



Massimo Carlotto
Massimo Carlotto
Edizioni E/O
Compralo su Compralo su Amazon

Massimo Carlotto   sarà uno dei grandi ospiti del NeggiaGialla Suzzara Noir Festival 2020. 
L’appuntamento è a Suzzara (Mn)  dal 31 gennaio al 2 febbraio 2020. Massimo Carlotto    vi aspetta domenica 2  febbraio alle ore 12.
Qui tutte le info sul NebbiaGialla 2020

A 63 anni e con alle spalle 24 anni di successi come scrittore, Massimo Carlotto non si adagia sui suoi personaggi noti, su trame e racconti a cui i lettori sono affezionati. Con La Signora del martedì (e/o edizioni, 244 pp) ci regala dei nuovi caratteri, una storia che leggerete in poche ore e un nuovo romanzo in cui nessuno è colpevole, almeno non come lo intende tradizionalmente l’opinione comune. In un caso come quello raccontato in questa storia dall’autore di Padova l’omicidio, che non può mancare, è solo una scusa per entrare trasversalmente nelle vite di vittime e carnefici. Vittime e carnefici che ognuno stabilirà da sé, nel senso che starà alla propria voglia di giudicare, di simpatizzare per un personaggio piuttosto che per l’altro. Ergersi a giudice, come più volte Carlotto ricorda tra le righe di questo racconto, è ormai un abitudine comune, lo fa chi non è abituato a guardare da ogni angolazione le situazioni e le cose che capitano e chi si accontenta della verità meno faticosa, quella che non pone dubbi e incertezze.
Uno dei personaggi che conquisterà presto il lettore è quello della signora che conduce la Pensione Lisbona, una travestita con un passato che si scoprirà piano piano. La signora Alfredo è senza dubbio il carattere della solitudine, uno dei temi delicati trattati nel romanzo, oltre che della libertà troppo spesso associata all’altrui diffidenza e discriminazione.
Il protagonista è Bonamente Fanzago, un attore porno che deve fare i conti con l’età e con un mestiere che sta cambiando. Lui è di certo il personaggio dell’onesta, della mancanza di pregiudizio, forse anche un po’ dell’eccessiva bontà. Ma ogni tanto fa bene trovare un carattere del genere che ti ridà anche fiducia nell’umanità.
E poi c’è Nanà, lei è difficile da definire. Rabbia, freddezza, riconoscenza, anche amore. Si potrebbe scambiarla per il carattere a cui è affidato tutto il peso del lato oscuro di questa storia, ma solo per poche pagine.
Non c’è un vero cattivo, o meglio non si vede mai. La storia è un susseguirsi di eventi, coincidenze (ma poi esistono?) e di quei punti di svolta per cui le storie di questi personaggi si sono incrociate, attorcigliate fino a condurre all’epilogo.
Non che manchino dei personaggi abietti e tutt’altro che antipatici, ma anche verso questi la penna dell’autore, come ci ha da sempre abituati, non fa trasparire giudizi troppo marcati. In fondo lui è di certo uno che ama gli ultimi, quelli che tutti in genere scansano, li racconta con più trasporto e alla fine parteggi per loro senza accorgertene. Però anche quelli che stanno dell’altra parte alla fine sono dei poveri diavoli la cui unica colpa è di non riuscire ad andare al di là degli stereotipi. Il commissario di questa storia è così, il giornalista altrettanto e vedrete se ci sbagliamo.

Eleonora Aragona

Potrebbero interessarti anche...