Massimo Carlotto

Da ragazzo desiderava diventare farmacista. Le vicende della vita hanno disposto diversamente e ci hanno regalato un grande scrittore, che racconta storie vere basate anche su fatti e personaggi dei quali è venuto a conoscenza negli anni della sua vicenda giudiziaria.
Gentile e disponibile, Massimo Carlotto vive in Sardegna, ha un bimbo di 4 anni che ha gli stessi occhi, è appassionato collezionista di libri di fotografie di ritratti, di paesaggi e a sfondo sociale. Attualmente sta scrivendo un episodio di Crimini 2 e sta lavorando al noir storico che uscirà in febbraio 2008, storia di pirati, di cristiani rinnegati e di scontri di civiltà.
Sta anche lavorando al reading musicale “Cristiani di Allah” che farà da presentazione al libro in uscita.
MilanoNera gli ha sottosposto la sua classica intervista in pillole.

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere.
Avrei voluto scrivere “Il cattivo cronista” di Francesco Abate. Sono assolutamente contento di aver scritto tutti i miei libri.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Sono uno scrittore di genere perchè mi comporto come uno scrittore di genere e quindi lavoro anche su “commissione”

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.
“La danza immobile” di Manuel Scorza
“Les bobos” di Renaud
“L’uomo del treno” di Patrice Leconte

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Si, bisogna avere la capacità di coniugare le proprie aspirazioni narrative con quelle del mercato

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Favorevole a tutto ciò che può aiutare gli esordienti a pubblicare.

Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto ti ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?
Ho provato una grande emozione. E’ vero che si perde qualche cosa ma si guadagna qualcos’altro. Sono due linguaggi profondamente diversi, il rapporto tra il linguaggio narrativo e quello cinematografico è determinato dalla storia e il modo di raccontarla è necessariamente diverso

ambretta sampietro

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