Non scrivo per i lettori – Intervista a Maurizio de Giovanni

A pochi giorni dall’uscita di Nozze, il nuovo capitolo delle serie dei Bastardi di Pizzofalcone e nell’attesa di ascoltarlo mercoledì 11 alle ore 18.00 presso la Feltrinelli Duomo Milano, ospite del Noir In Festival, abbiamo rivolto qualche domanda a Maurizio de Giovanni.
Ormai gli hanno chiesto di tutto e di più, ma ci abbiamo provato.

download (6)Ciao Maurizio,
Nozze
si apre con le parole del colpevole. Perché la scelta di far sempre sentire la sua voce e le sue ragioni?

E’ una cosa che faccio spesso, che mi piace molto. Se si sceglie di scrivere in terza persona, diventa interessante ogni tanto aprire ad altri punti di vista, entrare con la telecamera all’interno dei personaggi. L’assassino fa quello che fa per una o più ragioni, non è interessante raccontare la follia: il suo pensiero è quello che muove l’intera narrazione, quindi gli può essere data voce fin dall’inizio.

Ci sono vittime più cattive dei colpevoli?
Accade spesso che il colpevole sia una persona migliore della vittima: questo ovviamente non giustifica l’omicidio, e nemmeno la violenza in sé, ma il reperimento delle ragioni, spesso fondate, è il senso stesso dell’indagine. Il poliziesco è basato anche, si potrebbe dire paradossalmente, sulla “normalità” delle ragioni del delitto, sulla comprensibilità di esse.

Le stagioni e gli eventi atmosferici che le caratterizzano diventano protagoniste in tutti i tuoi romanzi, perché?
Un romanzo è un viaggio. Prevede l’immedesimazione del lettore nel luogo e nel tempo in cui si svolge l’azione. Prima si perfeziona questo processo, prima si entra in una storia e la si vive con completezza. E’ la magia della parola scritta, l’incanto della lettura. Il freddo, il caldo, la pioggia sono i primi elementi con cui si entra in contatto quando si va in viaggio, quindi io le offro con immediatezza al lettore.

L’arrivo di Elsa ha scombinato un po’ le carte, pensi in un futuro di inserire altri nuovi personaggi nella squadra?
 I Bastardi sono una realtà mobile. In effetti è il racconto di un luogo più che dei personaggi, quindi posso inserire e togliere a piacimento, lasciando andare la storia secondo le sue traiettorie senza influenzarle. E’ successo con Elsa, potrà accadere con tanti altri personaggi in futuro. Di certo non esiste da parte mia una pianificazione in questo senso.

Quale dei tuoi personaggi ha al momento ancora molto da svelare?
 I Bastardi sono tutti in divenire, quindi potranno accadere molte cose. Elsa, che ha un passato piuttosto nebuloso, è certamente un personaggio con molto mistero: ma anche il futuro di Romano, Palma e Ottavia mi sembra foriero di eventi. Staremo a vedere.

Con Dodici rose a settembre ci hai regalato una commedia, è più difficile non esagerare, mantenere il giusto equilibrio nella scrittura di una commedia o di un dramma?
Non c’è grande differenza. La commedia o il dramma sono solo tonalità, modi diversi di raccontare le stesse storie. Anche in Ricciardi con Bambinella o nei Bastardi con Aragona, in Sara con Pardo e Boris ci sono quei toni. L’equilibrio dipende dall’attenzione, dal non farsi attrarre da panorami belli da raccontare ma che si trovano su altre strade rispetto alla principale.

Credi nell’immenso e inarrestabile potere della GdM? (Per chi non ha ancora letto Dodici Rose a Settembre, vuol dire giornata di m… Nda)
Una fede incrollabile. Se comincia in quel modo, meglio mettersi a letto e spegnere il telefonino.

Perché hai scelto di non raccontare l’anno “bello” di Ricciardi e di terminare la serie in estate?
 Non è stata una scelta mia ma dei personaggi. Sono romanzi neri, non una cronaca pedissequa degli eventi messi in ordine cronologico.

Hai iniziato a portare un reading musicale in giro per i teatri: come ti trovi nel ruolo di moderno cantastorie?
 Sono fermamente convinto che quando si presenta un libro debba essere il libro a parlare, non l’autore con un presentatore. Oggi chi interviene a un evento vuole essere intrattenuto, vuole divertirsi, emozionarsi, possibilmente appassionarsi: si deve offrire qualcosa di diverso, ogni volta. E’ quello che io cerco di fare. Peraltro io stesso, in questo modo, mi diverto molto di più.

Mi dai un aggettivo che descriva i tuoi personaggi?
Lojacono – Plurale
Ricciardi – Sentimentale
Sara – Nera
Mina – Sorridente

Recentemente Carofiglio mi ha detto che l’oggetto che lo identifica è una penna- Tu in che oggetto ti riconosci?
Direi senz’altro una camicia blu.

Hai la possibilità di attribuirti la paternità di un libro non tuo, quale scegli e perché.
Non oso nemmeno pensarlo, ma se avessi scritto “L’amore ai tempi del colera” penserei di me stesso di essere un genio assoluto. Uno sguardo, solo uno sguardo, e io ti racconto due vite cambiate per sempre. Il massimo.

Perché e per chi scrivi?
Scrivo perché alle persone piace leggere le mie storie, ma devo essere onesto: non scrivo per i lettori. Credo che gli unici veri destinatari delle storie, i soli verso i quali lo scrittore abbia un dovere siano i personaggi. A loro si rende conto, perché sono quelli ai quali si è data vita e voce. Come i figli.

MilanoNera ringrazia Maurizio de Giovanni per la disponibilità
Qui la nostra recensione a Nozze

Cinema: il logo del Courmayeur Noir in Festival
Noir in Festival

Maurizio de Giovanni 
presenterà
Nozze per i Bastardi di Pizzofalcone , Einaudi, nell’ambito del Noir In Festival 2019
mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 18
alla Feltrinelli Duomo, Milano.
Introduce Luca Crovi

Cristina Aicardi

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