MilanoNera al Festivaletteratura 2008

Qui comincia l’avventura di MilanoNera al Festivaletteratura.
C’eravamo anche noi in giro per Mantova tra eventi, presentazioni e dirette radiofoniche. Perché quello di quest’anno è stato anche il festival della letteratura gialla e dei romanzi giallo-ghiaccio, firmati dagli scrittori del Grande Nord, Leif GW Persson (In caduta libera come in un sogno, Marsilio), Hakan Nesser (L’uomo senza cane, Guanda), Jo NesbØ (La stella del diavolo, Piemme), e delle maestre del brivido al femminile, da Maj Sjovall (Omicidio al Savoy, Sellerio) ad Anne Holt (Quello che ti meriti, Einaudi), fino alle “nostre” Margherita Oggero (Il rosso attira lo sguardo, Mondadori) e Raffaella Romagnolo (L’amante di città, Frilli).

Le signore in giallo (italiane e non)

Una “giallista convinta”, Margherita Oggero (intervistata nell’ultimo numero di Milanonera) e un’altra “ancora incerta”, Raffaella Romagnolo, due scrittrici a confronto, che non credono esista una differenza tra i gialli scritti da uomini e quelli scritti da donne. Due gialliste diverse in tutto, ma accomunate dalla voglia di rappresentare uno spaccato di quotidianità, di narrare personaggi semplici, che lottano per vincere e che non assomigliano certo a degli eroi. Accomunate anche dalla vendetta: uno dei motivi per cui hanno deciso di iniziare a scrivere gialli. Chi di un professore, chi di una collega, entrambe però si sono vendicate di qualcuno non particolarmente gradito uccidendolo nel libro. Qualsiasi scusa è buona per scrivere! La decisione di Anne Holte di diventare una scrittrice a tempo pieno è maturata invece dopo sei romanzi. E se nei suoi libri si può trovare la perfetta commistione tra una scrittura di alta qualità e l’adesione agli schemi del romanzo giallo, lo si deve al profondo rispetto che la scrittrice nutre nei confronti dei suoi lettori, alla dedizione al lavoro e anche ad un pizzico di fortuna. A colloquio con Gianrico Carofiglio, la scrittrice norvegese ha poi dichiarato di non essere mai consapevole di seguire degli schemi, perché, il romanzo giallo ha moltissime forme. Anche perché, spiega la Holte, “la formula esatta per scrivere un giallo , ordine-caos-ordine, paradossalmente è la stessa dei romanzi per l’infanzia”.

Il disordine e l’involuzione della società svedese, sono il leit motiv della produzione letteraria di Maj Sjovall, autrice con il marito Per Wahloo, della serie di polizieschi, ideata a metà degli anni settanta, con protagonista il commissario Martin Beck. La Sjovall, racconta che l’idea di cimentarsi in questo genere nacque in un bar di Stoccolma e “allora il poliziesco era un ottimo mezzo per dimostrare come la socialdemocrazia si stesse dimenticando degli operai e dei lavoratori avvicinandosi sempre di più al capitalismo”.

Lo scrittore del Grande Nord

“The fall of wellfare state” è la chiave di lettura per comprendere la trilogia di Leif GW Persson, perché l’assassinio del primo ministro Olof Palme (1986) ha rappresentato l’inizio della fine della stato sociale in Svezia. “L’ambizione della Svezia di essere il Paese del wellfare è morta con lui. Tutto quello che pensiamo della Svezia è idealizzato. Anche io prima di venire in Italia pensavo che tutto fosse come nel Rigoletto”. Persson, accattivante e divertente, un’esperienza quarantennale nel campo (criminologo), ha scelto di intraprendere la strada più semplice: scrive gialli perché è quello che mastica da una vita, inoltre, è proprio il dramma che lo aiuta a costruire la trama. I fatti che narra sono per un terzo veri, basati sulle risultanze delle indagini (e per scrivere dell’assassinio di Palm ha dovuto “scalare sei stanze piene di montagne di carta”!), per un terzo frutto di invenzione e per il resto “forse veri e forse no”!

Chi ha detto che i giallisti sono persone noiose?

“Lucarelli è morto come Rigoletto”! Così ha esordito Persson davanti ad un pubblico quasi dispiaciuto dell’improvvisa assenza dello scrittore bolognese che doveva presentarlo. E a chi gli ha chiesto se il suo Lars Johansson verrà mai a condurre un’indagine in Italia, Persson ha risposto: “magari potrebbe venire ad indagare sulla scomparsa di Lucarelli”! Si gioca e si scherza sui propri personaggi, come Margherita Oggero, che dichiara, durante la diretta di Tutti i colori del Giallo, che la sua Camilla Baudino “non la dà” perché altrimenti finirebbe la storia, e poi, in fondo, vuole bene a suo marito, anche se non capisce perché solo gli uomini possono avere due storie contemporaneamente. Risate e applausi dal pubblico femminile e non solo. In quella che doveva essere una diretta “seria” sul romanzo giallo d’autore, la coinvolgente direzione di Luca Crovi, ha spostato l’asse sui più disparati argomenti: si passa dal lambrusco ai tortelli di zucca, dal bolero raccontato da Leonardo Padura Fuentes alla sbronza di Carlo Boschi raccontata da Paolo Roversi (Taccuino di una sbronza, Kowalski). Dagli uomini malati d’amore narrati da Gianarlo Oliani (Ti amo da morire, Sometti) ai racconti erotici scritti da uomini e curati da Gianni Biondillo (Pene d’amore, Guanda). Dalla storia di un’amicizia dolente di Gianpaolo Simi del racconto Luce del Nord (Crimini italiani, Einaudi) a un pezzo di storia italiana in un paese straniero di Carlo Lucarelli (L’ottava vibrazione,Einaudi).

Per dirla con Crovi, “i vicoli di Mantova non nascondono soltanto spacciatori di sbrisolone”, ma molto di più. E anche quest’anno il Festivaletteratura lo ha dimostrato.

La delegazione di MilanoNera al Festivaletteratura 2008

francesca colletti
(foto di Maxime Galati-Fourcade)

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