Milo è un ragazzo la cui esistenza viene sconvolta dal brutale omicidio della madre. Dopo un primo, comprensibile periodo di smarrimento, Milo si getta a capofitto nella lettura dei romanzi gialli posseduti proprio dalla madre. Da qui la “folle” idea di cercare l’assassino, stante l’immobilità e gli scarsi progressi compiuti dalla polizia, che propende per una rapina finita tragicamente. All’insaputa del padre e degli zii, Milo inizia una personale indagine che lo porta a trascorrere lunghe giornate in biblioteca, spulciando i giornali dell’epoca in cerca d’indizi. I suoi sforzi non sono, però, coronati dal successo, anzi alcune piste promettenti si rivelano buchi nell’acqua. Proprio quando Milo è deciso a rinunciare, la scoperta di un album fotografico rimescola tutte le carte e sembra condurre a una clamorosa soluzione.
Giunto al suo sesto romanzo, Giancarlo Vitagliano ci regala il personaggio di un ragazzo molto sveglio che s’improvvisa detective per amore. In compagnia dell’inseparabile bicicletta rossa, Milo si reca in tutti i luoghi possibili e immaginabili, alla ricerca di tracce che lo portino all’assassino. Nel frattempo continua la sua vita da studente e riesce anche a imbastire una storia sentimentale con Sara. Il pensiero fisso è sempre la madre, che conosciamo attraverso i suoi ricordi: ne viene fuori il ritratto di una donna buona, gentile, sempre disposta ad aiutare il prossimo. Anche per questo Milo non vuole rassegnarsi all’idea che sia stato un balordo e, un paio di volte, si mette nei guai pur di scoprire la verità. Un romanzo con una solida struttura gialla e con un protagonista insolito, spinto da uno dei sentimenti più grandi che possa esistere: l’amore per un genitore.
Milo. Detective per amore
Massimo Ricciuti
