Morte di una sirena – Rydahl & Kazinski



Rydahl & Kazinski
Morte di una sirena
Neri Pozza
Compralo su Compralo su Amazon

Morte di una sirena è il primo episodio di una serie di gialli storici con protagonista il famoso favolista danese Hans Christian Andersen. Lungo, magro, allampanato, goffo, timido, con un gran nasone, un uomo gentile e decisamente stravagante: questo è l’Andersen che conosciamo dalle prime pagine, intento a ritagliare delle figurine di carta ispirandosi al corpo di una prostituta in una stanza di un infimo bordello di Copenaghen. Quando però il cadavere della prostituta viene ripensato in un canale orrendamente mutilato, Andersen è ovviamente incolpato e incarcerato. È stato visto in compagnia della ragazza, ha strane manie e quindi è il colpevole perfetto per chiudere il caso in fretta. Sembra spacciato, senza alcuna via d’uscita, ma grazie all’intervento del suo mecenate e protettore, riesce a ottenere tre giorni, tre soli giorni di libertà per dimostrare la sua innocenza. E così, seguendo le strane rime cantate da un bottinaio incontrato in prigione, l’uomo che sognava la gloria e la celebrità per i suoi scritti, si ritrova a indagare nei bassifondi di una città caotica, sporca e puzzolente, a sguazzare nel letame e a ritrarre cadaveri. E durante la sua ricerca dovrà evitare quello che invece nella vita ha sempre inseguito: fama, gloria e riconoscimento. Ad aiutarlo solo Molly, la sorella della prostituta uccisa, ragazza sveglia, con sogni di libertà e indipendenza che stridono con la società di quel tempo. La Copenaghen del 1843 è una città rovinata dalla miseria e dalla fame, piena di disperati, con una monarchia travolta dalla bancarotta e sommersa dai pettegolezzi. L’indagine di Andersen, che porterà lui e Molly dai quartieri più infimi fino al palazzo reale, è anche un modo per raccontare quella società, la situazione delle donne e gli anacronismi di un mondo diviso tra desiderio di cambiamento e impossibilità di staccarsi da un passato ormai anacronistico. Idea che è ben resa dalla figura dell’assassino, che conosciamo fin dalle prime pagine, ma di cui dobbiamo seguire la storia per comprenderne le motivazioni profonde. Un po’ thriller e un po’ favola nera, Morte di una sirena, è costellato di richiami alle famose favole di Hans Christian Andersen, alla sua capacità di dare vita agli oggetti, di dare voce a chi non ne ha perché tutto parla se lo si sa ascoltare, I tre autori si sono ispirati alla sua biografia e  ai suoi diari, partendo così dalla realtà, come la descrizione del suo aspetto fisico, per costruire la storia di un sognatore. Di uno sconfitto che ha il coraggio di inseguire i suoi desideri, di ambire a essere altro da sé. Il debole e timido Andersen, aiutato dall’energica Molly, riuscirà a venire a capo di questa oscura vicenda e si renderà conto che i bambini, quelli che lui non sopportava e che lo trovavano mostruoso, sono in realtà gli esseri più simili a lui, quelli che vedono e sentono cose che non sono visibili o udibili. Gli unici che riescono, come lui, a immaginare mondi che ancora non esistono. E, sebbene le autorità gli neghino di divulgare i dettagli della vicenda, riuscirà a trovare il modo di parlarne. Perché una storia trova sempre una via per farsi conoscere e Andersen scoprirà il modo di far sapere quello che è successo, Nel modo che gli è più congeniale, quello che gli renderà fama e ricchezza: le favole che altro non sono che allegorie, racconti ben camuffati di storie vere, con  morale e insegnamenti, un’arma solo apparentemente spuntata in grado di raggiungere il cuore di tutti.  Infatti, Morte di una sirena si conclude con le prime righe di La Sirenetta…

Cristina Aicardi

Potrebbero interessarti anche...