Muori ancora



Tess Gerritsen
Muori ancora
Longanesi
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Nuova indagine per Jane Rizzoli e Maura Isles.
La chiamata per il nuovo ritrovamento arriva come tutte le altre, ma lo spettacolo che trovano non è come le altre volte: un uomo appeso a testa in giù, sventrato ed eviscerato con segni di artigli.
Durante le indagini scoprono che l’uomo è il padre di un ragazzo che sei anni prima era andato in Botswana insieme ad altre sette persone tutte tranne una  sono state assassinate.
Le indagini si fanno sempre più frenetiche, specialmente quando si rendono conto che non si tratta di un solo omicidio ma fa parte di una serie iniziata parecchi anni prima.
Il ritmo che troviamo in questo nuovo capitolo della storia Rizzoli&Isles (come è stato intitolato anche il telefilm tratto da questi romanzi) è quello a cui ci ha già abituato la Gerritsen, un ritmo molto vivace e spesso anche frenetico che trasmette appieno l’andamento delle indagini coinvolgendo il lettore in una lettura sempre più realistica.
I personaggi sono descritti a 360 gradi, con così tanto spessore che sembra di conoscerli da una vita intera e il lettore lega particolarmente con loro.
Un rapporto empatico talmente forte che in alcuni passaggi verrebbe voglia di parlarci direttamente, e per quei lettori più coinvolti ed emotivamente più sensibili può capitare di ritrovarsi a parlare a voce alta per comunicare il proprio pensiero ai protagonisti.
Come in tutti i libri della Gerritsen anche in Muori ancora la scrittrice tocca molti argomenti psicologici, in questo in particolare affronta l’insicurezza, la paura ma anche  la forza di volontà che può portare una persona a fare cose grandiose, anche inimmaginabili.
Un romanzo  che  trasporta in un viaggio spettacolare nella savana facendo toccare con mano la natura selvaggia e gli animali che fanno da padroni e fa approfondire le sensazioni e i sentimenti più profondi dell’animo umano.

Micol Borzatta

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