Nina sente



Claudia De Lillo
Nina sente
Mondadori
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Non lo nego, in Nina sente, il  nuovo romanzo di Claudia De Lillo, a colpirmi subito è stato l’incipit del capitolo 1, con quell’accenno sobrio ma emotivo al buon odore di Milano in primavera, tigli e falsi gelsomini, capace di sconfiggere lo smog.
Una sensibilità cinestesica, ho pensato all’istante dell’autrice e ne ho trovato conferma nell’intero romanzo,soprattutto, nella sua sua protagonista: Nina Forte, autista per necessità di una Mercedes Classe E con licenza NCC (Noleggio Con Conducente), laureata però e con pressanti interessi culturali, l’acquisizione di una perfetta dizione in primis.
Nina “sente”, dotata com’è di una vivacità emotiva che la trascina in picchi emozionali e anche in fosse depressive, ma soprattutto sente perché la vita le ha regalato una sindrome da Sensibilità Chimica Multipla (MSC), dono o croce lo scoprirà lungo le pagine del romanzo, che le causa una percezione abnorme degli odori e forti malesseri concomitanti.
La scienza ancora non si è pronunciata sulla MSC, né tantomeno sulle cause, che genericamente ascrive a uno stress acuto o una sindrome psicosomatica complessa.
Nina di recente è stata lasciata dal compagno nonché padre del figlio Davide, con il quale tra l’altro lei intrattiene rapporti intermittenti a causa delle fatidiche turbe adolescenziali, e altrettanto di recente ha scoperto che il padre Nicola, suo mito e complice di piacevoli ore sul divano a guardare video di animali rari, è afflitto da una demenza senile precoce che presto forse gli ruberà le parole necessarie a risolvere gli amati crucipuzzle.
Di ragioni di stress Nina dunque ne ha da vendere e alle altre si aggiungono le preoccupazioni economiche per essere disoccupata, visto che l’ex compagno, pur di fede progressista, l’aveva voluta casalinga perfetta. Nessuno stupore quindi per il manifestarsi della curiosa sindrome.
Lei però è donna di apparenza fragile ma di tempra forte e, contro il parere di tutti o forse proprio per l’ostilità dei famigliari, decide di rilevare la licenza NCC del padre e di offrire i suoi servizi di autista per il trasporto di clienti d’alto bordo. L’opportunità migliore le viene offerta proprio da Guido, amico di sempre e da sempre un po’ innamorato di lei, che sempre le rivolge – nonostante moglie, due figlie e innumerevoli amanti – uno sguardo da “rincoglionito felice”. Nina diventa così l’autista di fiducia per i dirigenti di Banca Sempre che, durante i viaggi a bordo della sua Mercedes, telefonano e chiacchierano finendo per rivelare anche segreti aziendali, convinti che un’autista non sia in grado di comprendere il loro linguaggio iniziatico, né tantomeno le insidie di un’OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) e neppure quelle di una scalata ostile.
Nina inizia a divertirsi nel suo nuovo lavoro, un cervello che si risveglia vivace dopo un sopore durato troppo a lungo, le soste in attesa dei clienti riempite da CD che le svelano via via i segreti della corretta “pronunzia”. Un brutto giorno però, proprio lei s’imbatte nel cadavere di Guido, omicidio o suicidio non si sa, nell’aria un pungente odore di limone e qualcos’altro che non riesce a identificare ma che sarà il fil rouge da dipanare per risolvere il mistero.
Claudia De Lillo in arte Elasti – scrittrice, giornalista, blogger e conduttrice radiofonica – firma con smalto brillante il suo quinto romanzo, il primo tinto di giallo che conserva tuttavia lo sguardo acuto dei precedenti sul divenire della società e del nostro quotidiano.
Ammette lei stessa di essersi voluta cimentare in un suspense per affrontare una sfida diversa, dopo anni di acuta indagine sull’essere madre e sulle dinamiche famigliari in genere. Sfida riuscita, direi, perché, se l’autrice non perde il tocco sensibile nel trattare il microcosmo degli affetti e le insidie dei rapporti affettivi, entra con credibilità nel mondo della finanza, in cui peraltro ha lavorato e affronta con ritmo i passaggi di una indagine sui generis. Senza mai perdere di vista l’attualità di un ruolo femminile, complesso e soggetto a infiniti condizionamenti, che ancora fatica a conquistare una libera affermazione di sé.
Una protagonista accattivante, appassionata e fragile in cui tutte possiamo riconoscerci, ma anche tenace e determinata. E personaggi di contorno altrettanto convincenti, dal padre al fratello, all’amico di sempre, all’ex compagno, al coach di pugilato, Piuma, che non si porta addosso nessun odore e dunque spiazza Nina con una fisicità fuori dagli schemi.
La scrittura è piana ma sicura, lieve e brillante, classica ma non priva di agilità contemporanea, sempre percorsa da ironia e sentimento. Ben riusciti i dialoghi, tallone d’Achille di molti autori ma non di Claudia De Lillo, che fa dell’immediatezza il più efficace strumento descrittivo dei suoi caratteri.
Accogliamo con piacere l’autrice tra i non molti autori italiani che con un’ombra di sorriso raccontano le paure dei nostri giorni, malinconico spesso, nella piena tradizione di una “commedia umana” cha avanza inesorabile tra riso e pianto.

Giusy Giulianini

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