Non devi dirlo a nessuno



Riccardo Gazzaniga
Non devi dirlo a nessuno
Einaudi
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Ho girato attorno a “Non devi dirlo a nessuno” di Riccardo Gazzaniga (Einaudi-Stile Libero) sin dal suo arrivo tra gli scaffali della libreria della mia città e soltanto dopo più corteggiamenti mi sono convinto ad acquistarlo. Ho letto di giorno Gazzaniga, mentre la sera mi dedicavo all’ultimo McInerney (bellissimo). Perché dico questo? Perché l’esperimento, non cercato, ha finito per giovare alla lettura di entrambi i romanzi.
Da una parte una piccola storia di provincia, dall’altra il grande sogno americano. Due mondi contrapposti, ma con un tratto comune: la necessità di emergere. “Non devi dirlo a nessuno” è ambientato in un paesino di montagna veneto, un posto dove non accade mai nulla e quando accade qualcosa passa alla storia come fosse chissà che. Il thriller (così almeno è stato “catalogato”) è incentrato sulle esperienze di un gruppo di ragazzetti che si muovono nell’Italia di fine anni Ottanta. Lo sguardo di Gazzaniga è lo stesso di alcuni suoi “giovani” colleghi italiani; storie di tutti i giorni, narrate con leggerezza, mai con superficialità. Storie di adolescenti ma non (necessariamente) per adolescenti. “Non devi dirlo a nessuno” è stato paragonato ai romanzi di Stephen King: secondo me è una semplificazione sbagliata. Lo scrittore-poliziotto si rifà, piuttosto, all’immaginario di “Esche Vive” (Fabio Genovesi) o di “Ti prendo e ti porto via” (Nicolò Ammanniti). I protagonisti sono sempre ragazzi che affrontano la vita, le loro paure e perdono via via l’innocenza. Obiettivo di tutti: diventare adulti, limitando quanto più possibile i danni. Se fosse una canzone questo libro di 250 pagine suonerebbe come “Piccola stella senza cielo” di Ligabue. Voto 6 e mezzo.

Alessandro Garavaldi

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