Non si ingannano i morti



Riccardo Landini
Non si ingannano i morti
Centoautori
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Lo spunto che dà il via all’intera vicenda è a dir poco geniale.
Un assassino smembra minuziosamente la vittima dentro una vasca di ghia e poi avvolge con cura i pezzi, uno per uno, nel cellofan. Ogni pacco ha un mattone all’interno. Non è un principiante nell’arte di ammazzare la gente e far sparire i cadaveri. Anche stavolta ha già individuato i posto giusto: un punto preciso alla confluenza dell’fiume Oglio con il Po, dove, fra gorghi, correnti e mulinelli, non c’è pericolo che qualcosa torni a galla.
E’ quasi l’alba quando carica i pacchi sulla sua in auto. Il luogo è presto raggiunto. Non c’è anima viva sulla strada e neppure sulla sponda. Sta giusto lanciando i macabri pacchi in acqua quando sente il rumore di un motore in avvicinamento. Ha appena il tempo di chiudere il bagagliaio e nascondersi dietro un cespuglio ma purtroppo per lui a transitare sono ladri d’auto che, adocchiata la vettura incustodita, se ne impadroniscono lasciando il proprietario nella disperazione.
La stessa auto, col suo macabro carico, viene poi sottratta ai ladri, inconsapevoli di cosa nasconda, da Brenno Sandrelli, un perito delle assicurazioni esperto nello smascherare le truffe alle compagnie che occasionalmente accetta di recuperare auto rubate per conto di clienti privati. specializzato per recuperare vetture rubate e smascherare truffe per conto delle compagnia di assicurazioni.
Brenno era stato ingaggiato da un cliente per il recupero di una Range Rover e grazie alla soffiata di un amico poliziotto di non specchiata onestà arriva proprio all’autofficina in cui la banda di ladri d’auto cambia i connotati alle vetture prima di inviarle in paesi in cui gli acquirenti fanno poche domande riguardo alla loro provenienza.
Inevitabile il conflitto a fuoco che lascia sul terreno due membri della banda. Brenno, che aveva parcheggiato il suo suv piuttosto lontano è costretto, per sfuggire alle pallottole, a prendere a prestito una delle auto parcheggiate nel cortile dell’officina e, quando si dice la jella! l’unica aperta con l chiavi all’interno è proprio quella con i pezzi di cadavere nel bagagliaio la cui presenza in realtà sarebbe denunciata dalla puzza di decomposizione alla quale però Brenno, date le circostanze, non può prestare troppa attenzione.
Inizia da qui una gara a chi trova prima chi: l’identità del cadavere smembrato e i suo assassino, da pare di Brenno, il cadavere smembrato, possibilmente ancora dentro il bagagliaio, da parte dell’assassino. Una corsa contro il tempo piena di colpi di scena come nella tradizione del migliore hard boiled americano.
Hard boiled è proprio il sottogenere del thriller in cui si colloca questo romanzo al quale non manca nemmeno quel tocco di romanticismo che lo rende più realistico e che fa da contrappunto ai momenti di violenza, alleggerendone la drammaticità.
Lo stile è molto americano: essenziale eppure ricco, fluido e con poche concessioni agli aggettivi descrittivi. Con questo romanzo, che segue a Il primo inganno del 2016, in cui Brenno Sandrelli si era trovato coinvolto per caso e suo malgrado in una brutta storia di stupratori seriali, l’autore si conferma romanziere con un proprio stile e un protagonista destinato a fare molta strada in tutti i sensi
La narrazione è fluida, a tratti tesa e di tanto in tanto non priva di umorismo. Nero, naturalmente. Il protagonista non è un eroe al servizio dl bene, almeno, non del tutto infatti è piuttosto elastico nell’interpretare le norme di legge. Non è un duro nel pieno senso della parola ma non si tira indietro quando si tratta di commettere qualche illegalità pur di raggiungere in fretta il suo obiettivo. Guizza come un pesce nell’acquario fra poliziotti corrotti che gli fanno le soffiate giuste e clienti poco inclini alla legalità. In altre parole: Brenno è un italiano vero, carico di tutti i difetti, i vizi, le spacconerie dei maschi alfa di casa nostra, ma con una vena di tenerezza che gli permette di innamorarsi nonostante il tradimento della moglie Marcella lo abbia corazzato contro il genere femminile in generale.
Un bel romanzo, ironico quanto basta, sciolto, ben strutturato, nel quale alla fine tutti i fili si riannodano, che catturerà soprattutto gli amanti del romanzo d’azione.

 

Adele Marini

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