Non uccidete Bin Laden



filippo pavan bernacchi
Non uccidete Bin Laden
mursia
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È con la testa dello sceicco del terrore nel mirino di un Berretto Verde pronto a fare fuoco che inizia la storia di spionaggio scritta da Filippo Pavan Bernacchi, un ex ufficiale degli Alpini che, dopo la penna sul cappello, ha deciso di accarezzare anche quella a sfera.

Smessa la divisa usata per anni anche nel corso diverse missioni importanti, infatti, l’ex militare classe ’66 ha dato alle stampe alcuni romanzi e racconti ambientati tra le forze armate e questo Non uccidete Bin Laden è il suo terzo lavoro lungo.

Una storia in cui realtà e finzione si fondono in una caccia all’uomo senza regole né morale, in un giro della morte tra Afghanistan ed Europa che cerca di raccontarci anche la cultura e le difficili condizioni di una terra e di un popolo sospesi nel tempo.

Filippo Pavan Bernacchi si danna l’anima fra lobby, servizi segreti e finanziamenti illeciti e confeziona un intreccio che, asciugato di un centinaio di pagine e reso più efficace nei dialoghi, non sfigurerebbe come soggetto per un film “a stelle e strisce”, per una di quelle pellicole in cui le mascelle squadrate sono tante e le armi con il colpo in canna pure.

paolo franchini

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