Ogni riferimento è puramente casuale – Antonio Manzini



Antonio Manzini
Ogni riferimento è puramente casuale
Sellerio
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Ho riposto tra gli scaffali delle mie librerie questo agile volumetto edito da Sellerio più di un anno addietro, dopo averne consumato pagina dopo pagina.
E nel conservarlo non avevo un sorriso, ma un ghigno di ironica malvagità regalatomi dalle parole dell’Autore che, in questo suo lavoro, ci regala sette racconti che hanno per leitmotiv quel mondo letterario nel quale sguazziamo scrivendo, sparlando, osservando l’obiettivo di una fotocamera con sguardo truce e studiato, attendendo le folle in quella libreria semivuota della Capitale dove siamo arrivati attraversando centinaia chilometri attraverso lo Stivale.
Antonio Manzini descrive questo mondo letterario con parole ironicamente agrodolci, spesso spietate, mai mediate da diplomazia barocca e perbenista, spesso forti come rasoiate che destrutturano un mondo convenzionale e vittima di ipocriti panegirici a pagamento.
E “Racconto andino” è il paradigma di questa raccolta: un racconto intriso di quella suspense e di quella tensione degne degli episodi Rocco Schiavone, ma che tra queste pagine diviene un incrocio tra le strade percorse da King e da Hitchcock, in cui il mondo editoriale appare uno spietato tritacarne per il quale ogni turpitudine è lecita.
Sul prodotto “fisico” che Sellerio Editore colloca sugli scaffali le parole di encomio sono sempre insufficienti davanti a quella carta Palatina che è il marchio di fabbrica di prodotti che coniugano i numeri da best seller con la cura pressoché artigianale di quel gingillo che rigiriamo tra le mani, odorandone ogni pagina.

Giuseppe Calogiuri

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