Omicidio alla statale



Luigi Vergallo
Omicidio alla statale
Todaro
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È affascinante e particolare Omicidio alla statale,  romanzo di Luigi Vergallo che come nelle migliori pellicole noir di Hitchcock si apre con un omicidio e con la confessione dello stesso da parte del colpevole. Una struttura narrativa originale e che dischiude al lettore tutte le possibilità di conoscere davvero la storia proseguendo pagina dopo pagina. In Omicidio alla statale (Todaro Editore – 2018) infatti niente è scontato o banale: dalla storia personale del protagonista, figlio di un anarchico italiano ma cresciuto a Barcellona da due donne, alle location milanesi del quartiere Ticinese, ricco di storia, di cultura e di vita mondana e dell’Università Statale dove gli studenti siedono nel chiostro, non vestono in abiti firmati e, a volte, possono anche farsi sopraffare dai loro demoni personali. Ed è quello che succede a El Tiburon, lo squalo, il vero protagonista del giallo di Vergallo che usa il personaggio che ha creato per narrare di paure e segreti ancestrali coperti dalla patina della quotidianità ma sempre pronti a emergere e deflagrare portandosi dietro vittime più o meno innocenti. E allora perché è stata uccisa, la professoressa Mais e perché il giovane El Tiburon si professa fin da subito colpevole? Il passato del ragazzo è probabilmente la chiave di tutto ma per poterlo conoscere e giudicare il lettore deve lasciarsi traportare dalla storia, capire cosa succede sul serio al protagonista a Milano e comprendere cosa lo stesso si è lasciato alle spalle a Barcellona.
È indubbio che El Tiburon sia il deus ex machina dell’intera narrazione e che con il suo fascino e la sua personalità si tenga costantemente viva l’attenzione del lettore ma è altresì vero che Luigi Vergallo ci mette del suo con uno stile e un linguaggio all’altezza dei dettami del nuovo giallo all’italiana, creando suspense, tensione, interesse. Un buon libro che è già la trama di un buon film.

 

Antonia del Sambro

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