Milano fa male: parola di Corrado Ori Tanzi

Una prova di narrativa dieci anni e fa e poi tanto giornalismo nel frattempo. Collaboratore, tra l’altro, di MilanoNera. Giovedì Corrado Ori Tanzi esce con un ebook, Milano fa male, edito proprio dalla casa editrice MilanoNera che di questo sito ha in comune, oltre il nome, il progetto editoriale.

Fa proprio male Milano?

«Be’ quando ci si mette riesce a uccidere proprio, se per questo. Magari lentamente, dopo averti ubriacato con promesse sul nuovo che non riesce a mantenere. Non sarà la Chicago dei tempi d’oro o la New York di Alack Sinner, però insomma… Presente la Città di M. di Colaprico no?»

E perché una storia nera?

«Perché il noir, con tutte le sue declinazioni, oggi è ancora una delle più oneste forme di rappresentazione narrativa della realtà. È un genere dove l’orpello o, usando un termine musicale, l’arrangiamento sovrabbondante, se non addirittura il bluff, lo riconosci per quello che è e lo scopri immediatamente. Il noir non ti fa sentire scemo, ecco. Poi magari lo sei, ma che ti importa. Intanto hai scoperto il giochino perverso e chiudi il libro tutto contento.»

Riccardo e Marino, i due protagonisti della storia, procedono tra continui slanci di sincerità e diffidenza alla ricerca di un loro Graal. Come questa metropoli insegna a fare. Però poi…

«Però poi l’orrore arriva.»

Nel racconto entra la musica. Anzi, tutta l’architettura di Milano fa male ruota attorno a un particolare disco.

«Non si può scrivere, non si può imparare a leggere senza la musica. Non si vive se non si ama la musica. I due amici devono recuperare un disco, un bootleg a essere precisi, una registrazione pirata, celebre a suo tempo.»

Quali i musicisti che sente più vicini?

«Due nomi per tutti: Bob Dylan e Bruce Springsteen. Il bootleg in questione è di uno dei due.»

Invece quali gli autori che porterebbe su un’isola deserta?

«Intanto spero che l’isola rimanga deserta per sempre, senza l’intervento dell’uomo. Poi i miei autori doc sono tutti morti, quindi portarmi su un’isola dei cadaveri ultradecennali non penso sarebbe proprio così piacevole. Per il resto, sono ostaggio di un amore antico e di una giovane passione frenetica che non mi lascia scampo: Georges Simenon e André Héléna. Prendetevi ogni altro scrittore, a me bastano loro due.»

Fiammetta Paris

Potrebbero interessarti anche...