Per sempre



Piergiorgio Pulixi
Per sempre
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Dopo Una brutta storia e La notte delle pantere con Per sempre Pulixi continua la Saga del pluridecorato ispettore superiore della narcotici Biagio Mazzeo, un colosso di 95 chili, dai magnetici occhi azzurri al comando di una banda di poliziotti che si muovono ai confini della legge e oltre. Ma ha commesso degli errori, facendo dei passi falsi e, per proteggere la sua squadra da uno scandalo di crimini e corruzione,ha affrontato il carcere poi, per uscire ha dovuto accettare uno sporco compromesso (vedi La notte delle pantere). Mazzeo e i suoi uomini ne hanno viste di tutti i colori e, a pag. 23 di Per sempre, ora scrive di lui Pulixi,:
«Un tempo aveva acquisito molto potere, era venuto a conoscenza di tanti segreti, ed era proprio con i segreti che si metteva in ginocchio un centro nodale. Nessuno poteva dargli ordini. Qualcuno ci aveva provato e non aveva fatto una bella fine.
Ora tutto era cambiato. Adesso, quando loro chiamavano, doveva rispondere. E se erano loro a dare ordini, dovevi stare zitto e ubbidire.
Anche se ti chiamavi Biagio Mazzeo, ispettore superiore della polizia di Stato, l’uomo che con la sua squadra era riuscito a porre fine alle guerre per il controllo del traffico di droga nelle strade. I suoi metodi non erano convenzionali, ma funzionavano. I superiori storcevano il naso, ma guardavano sempre dall’altra parte, coprendolo e dandogli il loro tacito consenso: che lo volessero ammettere o no, avevano bisogno di un poliziotto come lui, di qualcuno che si sporcasse le mani per mettere in sicurezza la Giungla. Ma quello era il passato. Il presente lo vedeva ridotto a un fantoccio della ’ndrangheta, un nemico che non aveva potuto sconfiggere e con cui era stato costretto ad allearsi, per scoprire però presto che non ci si può accordare con persone del genere: se ne diventa schiavi. Aveva dovuto farsene una ragione, stando zitto e obbedendo.
Era stato quello il prezzo per aver salvato da morte certa il Branco, la sua squadra di poliziotti. Li avrebbero potuti freddare per strada o in galera, e gliel’avevano dimostrato. Per questo aveva seppellito il suo orgoglio ed era diventato il loro cane da guardia».
Infatti ora la situazione è diversa: Irene Piscitelli, fascinosa alto dirigente dello SCO (Servizio Centrale Operativo della polizia per gli ignari), l’ha inquadrato nelle sue fila e lo tiene sotto ricatto. E Biagio Mazzeo lo sta scoprendo sulla sua pelle. Coinvolto nella guerra che vede in lizza opposte mafie italiane ed estere, dopo la cattura di Puglisi capo della ndrangheta del nord, e la sanguinosa vendetta su Sergej Ivankov, il potente mafioso ceceno – per vendicare la morte di Sante Spada suo amico e mentore – il nostro mastodontico ispettore sembra trasformato in una feroce belva umana. Chiunque tocca “la sua famiglia” paga e muore.
Ciò nondimeno, per la paura di rischiare la vita dei suoi affetti, soprattutto quella di Nicky, la ragazzina quattordicenne, la figlia che l’amico Sante Spada gli ha affidato, per la prima volta Biagio Mazzeo pensa di mollare tutto, andarsene e ripartire da zero.
Decisione difficile e soprattutto pericolosa. Sia perché si è fatto molti nemici in seno alle forze dell’ordine e, con la piovra della ‘ndrangheta che si estende sempre più sulla città, lui e la sua banda rischiano di trasformarsi in pedine sacrificabili in un gioco più grande di loro, ma anche perché nell’ex Jugoslavia Vatslava Demidov, la donna di Sergej Ivankov il potente mafioso ceceno che ha eliminato, raccoglie le forze per vendicarsi.
Ma la scoperta che qualcuno della sua squadra ha tradito, lo costringerà a cambiare i suoi piani e fermarsi. Deve scoprire l’identità del traditore ed eliminarlo. Non potrà fare altro che combattere per la sopravvivenza perché la sua guerra è in corso senza esclusione di colpi.
In un finale che cambierà ancora crudelmente il suo destino, Biagio Mazzeo deve adattarsi a fingere, assumere fino in fondo il suo ruolo, e per proteggere la vita dei suoi, rimandare la vendetta.
Molto azzeccato il nome Giungla, affibbiato alla nordica città veneta principale scenario dell’adrenalinica saga di Pulixi, che ha anche il pregio di scrivere, senza tanti peli sulla lingua, sull’argomento tabù della corruzione nelle forze della polizia.

Patrizia Debicke

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