Il romanzo della Steiner, che ha per protagonista la detective Bradshaw della Polizia di Cambridge, la stessa del thriller “ Lei è scomparsa”, ci porta dritti a domandarci se davvero tutto è come sembra, se davvero possiamo dire di conoscere bene chi ci è vicino.
Per l’esattezza, sotto la lente c’è proprio il figlio della detective, Fly, di dodici anni, adottato per strapparlo a una vita di bullismo e di discriminazione.
Manon Bradshaw è appena rientrata a Cambridge; la sua attività nella Sezione Omicidi della Squadra di Polizia è ai margini perché molte cose sono cambiate durante la sua assenza: ciò la fa sentire isolata e tagliata fuori, ma ben presto avrà rimpianto per tutta questa tranquillità.
In un parco del Cambridgeshire un uomo viene ritrovato barcollante: ha ancora con sé il portafoglio, i documenti ed ha la camicia sporca di sangue.
Mentre si accascia, morente, sussurra qualcosa: forse l’inizio di un nome.
Finisce, per la detective Bradshaw, il periodo di calma.
Finisce quando le telecamere del parco mostrano sulla scena del ritrovamento un ragazzo, che assomiglia moltissimo al suo figlio adottivo, Fly.
Viene immediatamente allontanata dal caso e si troverà ad indagare da sola.
Il ritmo narrativo è avvincente, profondo il tema trattato: la conoscenza, l’apparenza, ciò che è e ciò che appare.
A me ha ricordato, inevitabilmente, Pirandello, con la sua affermazione: “Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso”.
Persone sbagliate – Susie Steiner
Marinella Giuni
