La lettura è il mio rifugio. Intervista a Piergiorgio Pulixi

A pochi giorni dall’uscita del suo nuovo e attesissimo romanzo L’isola delle anime,Rizzoli, MilanoNera ha rivolto qualche domanda a Piuergiorgio Pulixi che sarà anche ospite di Giallo di sera a Ortona, 21/23 giugno 2019.
61467095_10219080843597923_5275764717749534720_nCome vivi i giorni che precedono l’uscita di un nuovo libro? Hai qualche scaramanzia, per la serie non ci credo, ma nel dubbio…
I giorni antecedenti all’uscita sono un delirio puro. È come per un pugile professionista attraversare il corridoio che conduce al ring: in quel percorso sei attorniato da luci, voci, persone che ti chiamano… caos totale. Quando però sali sul ring e comincia l’incontro, non senti più niente. Le voci si zittiscono, i rumori svaniscono e ti concentri solo sul match. Per la promozione di un romanzo funziona un po’ allo stesso modo. È molto più complesso organizzare un tour che farlo poi materialmente, fisicamente. Quando il libro esce e si parte con presentazioni, treni, aerei, etc. è come se venissi proiettato in un’altra dimensione, una sorta di bolla che ti isola un po’ da tutte le pressioni esterne. Non ho dei rituali scaramantici. Cerco solo di prepararmi al meglio e dare il massimo. Il mio rifugio rimane la lettura. È la mia caverna magica. 

Esiste un’etica della letteratura?  Ci sono limiti che ti sei autoimposto? Argomenti che non affronterai mai?
Più passa il tempo, più mi rendo conto che autoimporsi dei limiti, autocensurarsi in qualche modo, sarebbe scorretto nei confronti del pubblico. L’autore deve essere sempre al servizio della storia e dei lettori. Ciò significa che bisogna andare fino in fondo, per quanto sia doloroso, duro e problematico. Non farlo, significherebbe tradire se stessi e la propria scrittura.  

I libri sono ancora un’arma?
Lo devono essere.Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo”, scriveva Cioran. Sono del tutto d’accordo. I libri sono un’arma prima di tutto da utilizzare contro se stessi, contro la propria superficialità e la paura di guardarsi dentro. La negazione, l’ignoranza, la mancanza del coraggio necessario per guardare le cose per quello che sono realmente, sono tutti ostacoli che un buon libro può abbattere. Un buon libro è lui a leggerti, a denudarti e a costringerti a fare i conti con te stesso. 

Uno scrittore deve essere bravo e credibile. Cosa significa essere uno scrittore credibile?
Aver raggiunto la consapevolezza che non si scrive per se stessi. Se si arriva a questa contezza, immediatamente l’autore diviene sordo rispetto al canto delle sirene del proprio ego, e la sua scrittura si pone totalmente al servizio della storia. Si smalizia. La scrittura diventa più nitida, più efficace e meno tesa ad autocompiacimenti. Se si arriva a questa onestà intellettuale e si ha la costanza di lavorare in questa direzione, per me l’autore diventa credibile. 

Spesso tieni corsi di scrittura crime, qual è la prima cosa che dici ai tuoi studenti?
Che un libro non si finisce, ma si abbandona. Perché è una frase che racchiude molte verità: una delle più importanti è che in questo mestiere c’è da imparare ogni singolo giorno e la perfezione non esiste. 

Ti ricordi il primo insegnamento o il primo consiglio che ti diede Massimo Carlotto?
Certo: essere sempre onesto col lettore e rispettarlo. Non lasciarlo mai indietro.

61162551_427768804468018_1005841895743553536_oTi ritieni uno scrittore “ di genere”? Cosa pensi della definizione “scrittura di genere”?
Mi lascia indifferente. Cerco di scrivere al meglio delle mie possibilità e da diversi anni vedo nell’ibridazione dei generi l’unica forma di salvezza per la “letteratura di genere”. Sciolto il gioco di parole, mi ritengo uno scrittore “di generi”: utilizzo tutti i generi e gli stilemi necessari per raggiungere il mio obiettivo che è quello di intrattenere il lettore ed emozionarlo al punto da fargli vivere un viaggio insieme ai personaggi. Un viaggio, spero, memorabile. 

Fino a qualche anno fa era impensabile per un lettore interagire e commentare direttamente con l’autore il libro. Ora i social ci hanno dato questa possibilità. È positivo o negativo? Non si corre il rischio di leggere e giudicare l’autore invece del libro?
Certamente. Ma accade un po’ per tutto e tutti, non solo per gli autori e le autrici. Io la vivo in maniera positiva: questa interazione tra autori e lettori può portare a critiche costruttive e tiene alta la voglia di migliorarsi.

Qual è il tuo rapporto con i social?
Li utilizzo molto a livello professionale e promozionale e per diffondere libri, musica, film e opere teatrali che mi sono piaciuti. Cerco di essere il più discreto possibile per quanto riguarda la mia vita privata, proprio per il rischio che intravedevi tu: la maledizione più grande per uno scrittore è diventare più famoso dei propri libri. 

Ti è mai capitato di ricevere recensioni palesemente “fake”?
Certamente. Recensioni fake, da profili fake. Insulti. Scherzi. Intrusioni. Minacce. Un po’ di tutto. Anche questo fa parte del gioco. Col tempo impari ad adottare le contromisure necessarie. 

Sei mai incappato in un hater?
Sì. Ho capitalizzato quest’esperienza per caratterizzare uno dei miei “cattivi”.

Hai un libro feticcio, uno che rileggi spesso?
Per mille motivi diversi: “Uomini e topi” di Steinbeck; “It” di Stephen King; qualcosa di Elmore Leonard perché mi manca molto. Molte poesie di Montale.

Qual è il tuo sogno da scrittore ancora da realizzare?
Sai che non saprei? Al netto di quanto possa apparire banale, ti direi scrivere un qualcosa che possa davvero arrivare a tutti, in cui tutti possano trovare riflessa una parte di sé. Mi piacerebbe molto anche poter vivere dignitosamente di scrittura e non perdere mai l’entusiasmo verso questa passione.

Hai la possibilità di chiacchierare mezz’ora con un grande del passato: chi scegli e perché?
Sceglierei mio nonno, che è “grande” per me e mi manca molto. Da lui ho ereditato la passione per la lettura. Avrei tante cose da raccontargli e il triplo da domandargli. 

Per chiudere ti chiedo una dedica per i tuoi lettori…..
Siate sempre felici e onesti con voi stessi. Appartenere a se stessi e non ad altri è la vera fonte di libertà. Leggere aiuta a rimanere liberi.

MilanoNera ringrazia Piergiorgio Pulixi per la disponibilità.

 

60299976_422317475013151_705882487892475904_n (1)Ricordiamo che Piergiorgio Pulixi sarà uno dei grandissimi ospiti del Festival
Giallo di Sera a Ortona
Ortona (Ch) dal 21 al 23 giugno 20019
Piergiorgio Pulixi  incontrerà il pubblico venerdì 21 giugno alle ore 19.00 nella piazza del Teatro Tosti. Modera Romano De Marco
Qui il link per il programma completo.
Per informazioni su eventi e ospitalità a Ortona: giallodisera.ortona@gmail.com

 

 

Cristina Aicardi

Potrebbero interessarti anche...