Più sporco della neve



Enrico Pandiani
Più sporco della neve
Rizzoli
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Con la neve sempre a fare da scenario, bianco candido o sporco come il titolo ,se necessario, ecco il secondo capitolo della nuova “saga” di Pandiani con protagonista Zara Bosdaves, ex agente della Scientifica, uscita da un difficile divorzio, che si è trasferita a Torino per cambiare del tutto la sua vita e riciclarsi come detective privato.
I rapporti con la polizia sono di tregua armata. La stampa è dalla sua parte. Un primo caso riuscito l’ha fatta conoscere e i clienti bussano alla porta. Oddio, pedinare coniugi fedifraghi non è il massimo delle sue aspirazioni e sente abbastanza il peso di dover indagare solo nell’ombra, senza più il distintivo, ma oltre a mandare avanti l’agenzia con per spalla Pietro Bona, l’informatico che da segretario si è trasformato in aiutante, ha investito saggiamente il capitale ricavato dalla vendita dei suoi beni a Vicenza e a Udine. Oggi può contare su una rendita sicura, ha una bella casa in precollina, con giardino e posto auto, che divide con il padre, elegante settantacinquenne ex proprietario di una libreria antiquaria, installato al primo piano, e gestisce con François, il suo meraviglioso amante, compagno e socio, Le Cosmopolite, Le Cosmò per gli habituè, che va alla grande e sta diventando uno dei locali più alla moda della città.
Zara Bosdaves, bella donna ma con il volto segnato dalla vita, dagli amori e dagli errori, madre di Valia, una ragazza che studia in Inghilterra, all’università, è un personaggio di ghiaccio di fronte al pericolo e di fuoco nella passione. Dura e decisa, tanto curiosa da diventare incosciente; la donna che non rinuncia mai a essere attraente, che ama l’insalata niçoise, i gelati Pepino e gira per Torino in Toyota IQ.  Fortissima e fragile allo stesso tempo, si è appoggiata a François, l’idolo pagano, come lo chiama lei, uno splendido uomo di colore, alto un metro e novanta, con le spalle larghe e un passato parigino abbastanza misterioso.
Due righe sulla trama: nel silenzio di una notte d’inverno, un grosso furgone bianco con due passeggeri a bordo, mentre risale i tornanti del Monginevro che portano al confine francese con l’Italia, esplode, poi avvolto dalle fiamme, ruzzola per la scarpata, scagliando rottami ovunque e incendiando il bosco. Contemporaneamente, Zara Bosdaves, su incarico di una facoltosa cliente, l’antiquaria Anna Baldini, porta a termine rischiando la pelle quella che doveva essere un’indagine di routine con lo scopo di trovare le prove per inchiodare Federico Baldini, il marito fedifrago. Ma invece l’uomo voleva eliminare la moglie e, in una dura colluttazione con Zara, muore accidentalmente. Interviene la polizia, tanti accertamenti, tante spiegazioni da dare per la nostra brava detective. Anna Baldini, grata, la paga lautamente ma le chiede di aiutare un’amica, Teresa Giordano, con un negozio di arredamento in centro. Si rivelerà una strana persona alla ricerca del marito Aurelio, con problemi economici, troppe transazioni in nero, un’attività molto sospetta e che sarebbe scomparso da giorni. Zara Bosdaves non può certo immaginare il casino in cui si va a cacciare e, in più, anche il suo François negli ultimi giorni sembra diverso. Non si fa trovare al telefono, parla poco. Esce sempre con un vecchio amico parigino. Che ci sia qualcosa di brutto che torna dal passato?  Guai anche qui?
Non riesce ad andare più a fondo, e invece deve affrontare il caso dei Giordano.  Scoprirà ben presto che l’uomo, maniaco collezionista di whisky VAT 69 aveva molto da nascondere. L’affare scotta, e molto di più di quanto lei possa immaginare. Una squadra di “specialisti”, capitanati da un avvocato, certo Filangieri con il pelo sullo stomaco, è arrivata da Lugano e le si è messa alle costole. Un facoltoso svizzero Rezzonico vuole qualcosa. Cosa diavolo c’è dietro la scomparsa di Aurelio Giordano? Possibile che tutta la storia sia collegata all’esplosione del furgone bianco? Un caso molto difficile e pericoloso per la nostra ex poliziotta, ma Enrico Pandiani con una bottiglia di whisky e il piglio da maestro saprà tirarla fuori dai pasticci.
Straordinariamente convincente l’ambientazione in una Torino bagnata da una neve che sa sporcarsi tanto da diventare “noir”. Indovinate le comparsate del padre di Zara e del grosso sicario svizzero Remo Matern

Patrizia Debicke

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