Punizione – Elizabeth George



Elizabeth George
Punizione
Longanesi
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Ludlow è un piccolo paese medievale, in Inghilterra, nelle Midlands. Il diacono Ian Druitts , in custodia cautelare perché accusato di un crimine vergognoso e socialmente riprovevole, viene ritrovato morto all’interno di una stanza della Stazione di Polizia mentre è in attesa di essere trasferito in cella di sicurezza.
Suicidio?
Pare non ci siano dubbi, ma la famiglia non ci crede e, forte delle sue conoscenze politiche, chiede chiarezza.
E’ così che si avvia l’indagine di New Scotland Yard condotta, dapprima, dalla sovrintendente Isabelle Ardery -alle prese con problemi di alcol dipendenze che minano profondamente le sue relazioni familiari – e dall’agente Barbara Havers,- aspirante, benché non troppo convinta, ballerina di tip tap – fin troppo dedita ad iniziative di indagini personali.
I dialoghi tra le due poliziotte rendono egregiamente lo stile del loro rapporto, sostenuto da ordini impartiti e regolarmente disattesi, mescolati ad uno humour tipicamente inglese che alleggerisce a tratti la lettura, benché i temi trattati siano decisamente delicatissimi.
Tutto sembra propendere per il suicidio ma quando una sensazione si insinua nella mente della pur “indisciplinata” Havers, non se ne va più via. Ed è così che con l’elegante, aristocratico investigatore Linley torna a Ludlow decisa a seguire il suo intuito e giungere alla verità.
Il sovrintendente Ardery resterà a casa, sconvolta dagli avvenimenti familiari e dall’alcol, dalla cui dipendenza non riesce più a nascondersi. Non ha più la lucidità necessaria per ritornare sulle indagini.
E la graziosa cittadina medievale di Ludlow si rivela un luogo dove tutti hanno qualcosa che devono tenere segreto; dai giovani studenti, agli anziani, alle autorità insospettabili.
Punizione ha un intreccio notevole di trame dove corruzione, bugia, malvagità fuoriescono ad ogni pagina: più cose si scoprono e meno senso sembra avere tutta la faccenda.
Del resto si sa che la verità non è semplice e, raramente, è pura.

Marinella Giuni

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