Racconti neri



giorgio scerbanenco
Racconti neri
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Un’Italia degli anni Sessanta nerissima e deviata. E’ questo lo scenario delle storie narrate da Giorgio Scerbanenco in “Racconti Neri”, raccolta dei migliori scritti brevi dell’autore milanese. Ma è soprattutto il viaggio alla scoperta dell’animo umano il “fil rouge” che lega gli episodi narrativi. Trasgressioni, erotismo, delitti. Violenza fisica e mentale. I personaggi di Scerbanenco godono di vita propria, anche se presenti in poche rapide pagine. Lungi dall’essere fraudolenti manichini dicotomici, in bilico in un fumettistico bianco e nero, le genti presenti nei racconti, si innalzano o si abbassano a questione delle vedute, a veri e propri esseri viventi. Vi è davvero di tutto, da spie naziste che concupiscono fanciulle partigiane ad imprenditori che perdono tutto al gioco e si suicidano. Non prima però, d’aver incastrato il killer. Si passa rapidamente da Milano a Roma, senza dimenticare Torino, la bassa e il triveneto. L’autore paga dazio anche ai maestri francesi del noir, facendo muovere un fratello disperato e pronto a tutto per vendicare la morte della sorella, in lungo e largo per la Francia. Ed ancora cliniche truffaldine a Parigi e corse in auto e amori infranti Non esistono indicazioni per la lettura, aprire a caso, farsi suggestionare dal titolo e leggere. Ripetere l’operazione sino alla nausea. Magari ascoltando il nuovo album degli Afterhours, titolato guarda caso “I Milanesi ammazzano al sabato”, proprio in omaggio al geniale scrittore milanese. Scerbanenco: da riscoprire.

Stefano Gianuario

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