Raul Montanari

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Vorrei avere scritto anche una sola riga di Kafka. Una riga basterebbe. Di mio? Penso di avere sbagliato a scrivere un romanzo erotico abbastanza scadente che infatti non ho mai pubblicato, benché la Feltrinelli mi avese già versato l’anticipo. E’ roba di dieci anni fa, nessun problema.

Sei uno scrittore di genere o scrittore toutcourt, perché?
Sono uno scrittore che ha scritto anche libri di genere e più che altro si è misurato con vari formati letterari: la poesia, il teatro, il racconto, il romanzo, la traduzione letteraria eccetera.

Un sempreverde da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.
Sul comodino va tenuto tutto Shakespeare. Canzoni belle ce ne sono moltissime, ma ho un amore particolare per We Go Now dei Van der Graaf Generator (1971). Idem per i film; suggerirei l’unica regia di Charles Laughton, La morte corre sul fiume (1953), un film lisergico, delirante, sorprendente.

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Io ci vivo, e anche bene. Siccome non sono un autore da grandi numeri, devo dedurne che si può certamente.

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perchè?
Non si capisce perchè per QUALUNQUE forma d’arte si richieda un apprendistato e la narrativa debba invece vivere di ispirazione. Naturalmente si sono sempre scritti libri splendidi senza le scuole di scrittura, però attenzione: il tipo di educazione letteraria che si dava fino all’800, per esempio, era basata sulla retorica e somigliava moltissimo al creative writing; anzi, direi che era meglio. In sintesi, una buona scuola di scrittura può abbreviare il percorso alla pubblicazione di chi ha talento, anche di parecchi anni; e chi non ha talento può trarre ugualmente piacere a produrre una onesta e buona narrativa.

davide fent

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