Rendez-vous con il terrore



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Rendez-vous con il terrore
einaudi
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Norbert Davis (1909-1949) rappresentò lo stravagante dentro il mitico gruppo dei collaboratori di “The Black Mask”, il più nota tra i pulp magazines degli anni Trenta- Quaranta in America. In una foto, diventata anch’essa mitica, lo si vede ritratto con una parte del gruppo, tra cui Chandler con l’immancabile pipa e “papa” Hammett dall’aria paterna. Lui, Norbert, più giovane degli altri, è seduto proprio sotto a Hammett, sta fissando l’obiettivo con un gran sorriso disarmante e (lo scrivo col senno di poi) una traccia di disperazione. Fu autore prolifico (mysteries; storie d’amore, d’avventura e di guerra; westerns), ma sempre di relativo successo: la popolarità piena, forse, gli era negata per il suo stile comico-surreale e, alla fin fine, elitario: non è un caso che un suo affezionato fan fosse il filosofo Ludwig Wittgenstein, che dopo aver letto un suo romanzo dichiarò: “Quando di recente ho riletto la storia, mi è piaciuta di nuovo a tal punto che davvero vorrei scrivere all’autore per ringraziarlo”.

Il romanzo ha come protagonista la coppia Doan- Carstairs: un uomo e un cane. Doan è un paffuto, tozzo private eye; Carstairs è un enorme danese (cane) agli ordini esclusivamente di se stesso. Doan, all’occorrenza, è un piccolo figlio di puttana che usa l’arma del surreale, dell’umorismo cinico, dei fuorvianti giochi di parole. Carstairs dispone delle stesse armi, ma in più ha l’imponenza bestiale che non ammette discussioni. Come ogni autentica coppia comica sono interscambiabili.

In Rendez-vous con il terrore, Doan e Carstairs, negli anni della seconda guerra mondiale, s’aggregano ad una comitiva di turisti americani, e percorrono il Messico per risolvere un misterioso caso di omicidio, trascinati fatalmente in mirabolanti avventure, misteri, imprevisti surreali e sparatorie grandguignolesche.

Fu alla fine degli anni Quaranta che la fortuna sembrò voltare le spalle allo scrittore. E il 28 luglio 1949, per motivi ancora non del tutto chiariti, un appena quarantenne Davis si suicidò inalando gas di scarico.

Curiosa la sorte editoriale del romanzo in Italia: pressoché ignorato per quasi un quarantennio dalla sua morte, viene poi riproposto da ben tre editori. L’ultimo è Einaudi, con la presentazione di Renzo Martinelli, già apparsa nella prima edizione.

Graziano Braschi

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