Il respiro delle anime



Gigi Paoli
Il respiro delle anime
Giunti
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Un bel giallo italiano di 400 pagine, uscito con meccanismi editoriali a me incomprensibili – io, per esempio, l’ho trovato al supermercato, ma non nella libreria della mia città -, “Il respiro delle anime” di Gigi Paoli conferma la nuova vena della Giunti che sforna, appunto, un altro pezzo da Novanta (dopo Baraldi, Fusco, Novak ecc… ecc…). Si tratta della seconda prova di Paoli, e felice fu anche il suo esordio “Il rumore della pioggia”, e della seconda avventura del giornalista Carlo Alberto Marchi tra le vie di Firenze. La trama è presto detta: Marchi, che è cronista di giudiziaria, si occupa “per sbaglio” del caso di un ciclista investito e ucciso da un’auto pirata. All’apparenza un pezzo facile da scrivere e, per la polizia, un’indagine di routine. Invece quel cadavere, che appartiene a un americano che lavora in una nota azienda farmaceutica, si collega ad una misteriosa serie di morti per droga avvenute in città. E’ una lettura piacevole, un giallone estivo, se per estivo non s’intende facile, che potrà interessare per le sue caratteristiche anche il pubblico femminile e i più giovani. Un libro per tutti, insomma, condito di ironia, che non fa mai male, e scorrevolezza. Paragone nobile potrebbe essere quello coi gialli di Massimo Lugli, entrambi sono giornalisti, e le indagini del suo alter ego, Marco Corvino. Molto spazio per questo è dedicato alla vita di redazione, con un occhio nostalgico al passato quando il web contava meno, e alla conoscenza dei meccanismi che regolano il palazzo di giustizia (Pm, Gip, Gup, Sostituti e chi più ne ha, più ne metta). Come nei gialli di Lugli, anche Paoli dà spazio alla vita privata di Marchi: separato, sentimentalmente pasticcione, è alle prese con una figlia tredicenne che, manco a dirlo, desidera l’Iphone per il suo compleanno. Facile intuire che leggeremo presto altre indagini di Marchi, le cui storie potrebbero a mio avviso diventare tranquillamente soggetti per una futura serie televisiva. Se fosse una canzone “Il respiro delle anime” suonerebbe come “Fine dell’estate” dei “The Giornalisti”. Voto: 7 e mezzo.

Alessandro Garavaldi

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