Scorciatoia per il paradiso



teresa solana
Scorciatoia per il paradiso
sellerio
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La uccidono proprio mentre nella hall di un albergo sta festeggiando il ricevimento di un celebre e munifico premio. Marina Dolç, scrittrice di best seller, tanto amata dal pubblico quanto disprezzata dalla critica, muore esattamente come la protagonista del suo ultimo libro: Scorciatoia per il paradiso.

L’unico indiziato è Amadeu Ribot, romanziere criptico, collega frustrato della donna assassinata nonché avversario battuto nella circostanza. La polizia non ci pensa un istante a lasciarlo libero. Ma c’è che all’ora dell’omicidio Ribot era alle prese con un tizio che lo stava rapinando fuori da una discoteca. La sua versione è l’unico spunto su cui i due fratelli Eduardo e Borja (né poliziotti, né commissari e men che meno investigatori col tesserino) possono attaccarsi per scagionarlo. Glielo chiede la di lui agente.

Dopo Delitto imperfetto, ecco il secondo episodio delle avventure dei due gemelli a capo della strana agenzia che si occupa di ricconi caduti nel torbido. Si vede che a Teresa Solana, l’autrice, barcellonese, direttrice della Casa del traductor di Tarazona, piace farsi dei nemici in casa. Qui è l’intero mondo dell’editoria a essere preso a calci nel posteriore. Con tutti i suoi protagonisti cinici e bari. Romanzieri, critici, editori, agenti, traduttori vengono maramaldeggiati con manrovesci che lasciano il segno. Alla larga dalla letteratura elitaria, il cui snobismo pretende di declinare in avanguardia un autentico cialtronismo d’annata, raccontato da lei con mano feroce.

E il risultato è un delizioso romanzo che, alla geniale e originale intuizione della coppia di (non) detective, accompagna un gustoso intreccio corale che fa entrare e uscire di scena una messe di personaggi di ogni estrazione e pelo, spesso improbabili, ma mai frutto di forzata invenzione.

Non siamo dalle parti di Ellroy, in queste pagine qualcuno umanamente si salva (e l’occupazione professionale della scrittrice gioca pro domo sua). E l’intera storia, giocata su un piano esclusivamente deduttivo, s’imperla man mano con un’indagine ben poco ortodossa e sempre più divertente. Mi sa che a questa nuova noirista catalana dobbiamo proprio dare il benvenuto. Ci aspetta una nuova saga. Il piacere della lettura è assicurato.

corrado ori tanzi

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