Scritto nelle ossa



simon beckett
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Se esistesse un premio nobel per il miglior incipit di un romanzo noir, Beckett sarebbe sicuramente in lizza per la vittoria. Perché se già vi aveva sconvolto l’incipit di “La chimica della morte”, questo vi lascerà ammutoliti.

Ma state tranquilli, di coinvolgente nel libro non c’è solo l’incipit, ma tutta la storia è stata architettata e scritta per farvi perdere il sonno. Perché stavolta l’ormai noto antropologo forense David Hunter già protagonista in “La chimica della morte” sarà coinvolto suo malgrado in un’indagine sulla piccola isola di Runa, per indagare sul presunto omicidio di una donna il cui corpo è stato bruciato.

Sembrerebbe la solita indagine di routine se un’improvvisa tempesta non s’abbattesse sull’isola isolandola dal resto del mondo e costringendo così Hunter alla convivenza forzata con gli abitanti dell’isola, i quali già sconvolti per il ritrovamento del cadavere e poco convinti che nella loro piccola comunità si possa annidare un assassino, non perdono certo tempo ad incolpare un uomo che lavora coi morti, per l’escalation di violenza che invaderà l’isola.

E’ in questa atmosfera angosciante e claustrofobica che il lettore accompagnerà il dottor Hunter nelle sue indagini, facendosi coinvolgere dalla storia, ricca di colpi di scena e mai scontata. E se l’incipit vi aveva ammutolito, il finale vi lascerà sicuramente senza parole.

andrea zannini

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