Segreto di famiglia



Mikaela Bley
Segreto di famiglia
Newton Compton
Compralo su Compralo su Amazon

Tutta la trama è macabramente scandita dallo scorrere delle ore e dei giorni di Ellen Tamm, cronista di nera, protagonista principale e interprete di questo intrigo giallo psicologico opera prima di Monica Bley.
A Stoccolma, in un freddo e piovoso venerdì di maggio, la piccola Lycke, di otto anni, figlia di genitori divorziati, scompare improvvisamente dal club tennistico in centro della città. La seconda moglie del padre l’aveva accompagnata, ma la lezione era stata annullata ed Helena, la madre della bambina, non aveva visto la mail della disdetta. Lycke era rimasta da sola sotto la pioggia ad aspettare, poi più nulla… Cosa era successo? Denuncia tardiva, ricerche inutili e approssimative della polizia, solo il direttore di TV4, rete televisiva nazionale si impadronisce della notizia e spedisce in campo la sua migliore inviata di cronaca nera, Ellen Tamm, che scatena la caccia e  coinvolge numerosi volontari in una perlustrazione notturna di tutto il quartiere. Poi si allarga l’indagine. Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi e come sono i suoi genitori e che le sta vicino?
Chloe, la seconda moglie del padre, mamma di Ladde, un bambino piccolo, dà subito la sua versione dei fatti: aveva accompagnato Lycke, l’aveva lasciata vicino all’edificio, ma persa nell’amore per il figlio, tollerava così così la figliastra. Mona la tata che l’ha cresciuta è attonita, chiusa nell’angoscia. La madre di Lycke invece è per lo meno un personaggio emblematico. Sembra fatta di ghiaccio, ha affrontato male il divorzio dopo una depressione post partum, ha coinvolto la bambina in una lunga e spiacevole lite giudiziaria con l’ex marito, ha ottenuto l’affido congiunto, ma in realtà non era una mamma affettuosa. Il padre Harold, molto impegnato nel suo lavoro, l’amava ma  la vedeva poco. Quando la bambina scompare è disperato, offre una ricompensa. Solo la tata conosceva Lycke veramente?
Nonostante l’inefficienza della polizia, certi strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate dei colleghi, Ellen Tamm, s’impegna in una ricerca spasmodica, perché questo caso le ricorda il suo dramma personale. Va a fondo, scavando in segreti di famiglia, piccole e grandi menzogne, anche se la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato.
Ellen Tamm è una giovane donna di buona famiglia, con dietro di se una brutta storia, un incubo legato alla morta della sorella gemella, Elsa. Incubo che forse sta tentando di superare da 25 anni. Però francamente, secondo me, è perlomeno singolare il fatto che viva in analisi e che continui a ripetere “morte, morte, morte” quando deve riprendere il controllo di se stessa?! E dunque mi pare decisamente masochistica la sua scelta di diventare una cronista di nera.
«Come giornalista di cronaca nera, era costretta a pensare alla morte ogni giorno. La sua psicologa riteneva che avrebbe dovuto cambiare lavoro, che fosse troppo ossessionata dalla morte. Che avrebbe dovuto rompere gli schemi che si era costruita. Sosteneva che Ellen andasse a letto con il nemico. Certo non si era espressa esattamente in questi termini, ma era così che Ellen aveva interpretato le sue parole. In ogni caso, il suo non era un comportamento sano, ne era consapevole
E dai e dai,  tutta la sua vita e i rapporti con gli altri, conoscenti, amici e familiari sono legati al suo incubo…
Comunque i presupposti di partenza erano buoni per la costruzione di un thriller con la giusta dose di suspense, colpi di scena e personaggi ambigui ma alla fine, a mio vedere, l’esile trama gialla serve soprattutto per portare avanti un romanzo concentrato sui sogni, sul passato, sulle emozioni e sui drammatici e irrisolti risvolti psicologici della protagonista che ci si augura troveranno una qualche via d’uscita, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano sempre di più…

 

Patrizia Debicke

Potrebbero interessarti anche...