Sospetto



Percival Everett
Sospetto
Nutrimenti
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Questo signore, nato nella base militare di Ford Gordon (Georgia), oggi cinquantasettenne, già chitarrista jazz, addestratore di cavalli e professore di liceo, è stato paragonato praticamente a tutti: Simenon, McCarthy, Faulkner, Landsale, Dos Passos, Pynchon, Camus, Carver. Ha scritto 25 opere di narrativa, negli States è oggetto di culto (anche per la sua scelta di affidarsi esclusivamente alle piccole case editrici indipendenti), mentre in Italia i tipi della Nutrimenti immagino faccia i salti mortali per arrivare al pareggio di bilancio con le vendite dei suoi titoli (in ogni caso, Dio salvi la Nutrimenti). Percival Everett ora da noi esce con Sospetto, tre storie nerissime con epicentro Ogden Walker, vicesceriffo nellacontea di Plata, virgola sperduta nel New Mexico. Un brav’uomo, che accudisce la madre, ama la pesca, per niente appassionato di armi e degli effetti che il loro uso, più o meno lisergico, possono dar luogo. Magari non proprio un tipo che fa sbellicare dalle risate o passare serate memorabili, ma quello che ci vuole per far da cuscinetto a un impazzimento irrazionale della varia umanità che nel profondo New Mexico gravita per chissà quale ridicolo giro del destino o vi ha già messo le radici. Tre storie con morti ammazzati e sangue che circola liberamente senza neanche rispettare il rosso. Frutto di una cattiveria che quasi non si ricorda neanche come nacque. Gli omicidi accadono, farsi carico delle cause spesso è solo gran perdita di tempo. Il vicesceriffo Walker si muove in un contesto di totale aridità sentimentale e arsura emotiva. Le ambizioni dei cittadini si sono bruciate in fretta, si vive dell’oggi nell’idea che ci passi sempre a fianco il momento per tentare il colpo della vita. A costo di fare della propria un sordido inferno dal quale non riuscire più a venirne fuori. Il catalogo è questo. E anche dalle parti Denver, Albuquerque,Dallas e Tempe, dove Walker si sposta per le sue indagini, la situazione umana non è poi tanto migliore. Lingua asciutta, dialoghi secchi nella loro perfezione, nessuna concessione a una qualche redenzione (anche perché tra le righe non c’è impronta di un giudizio morale), Sospetto passa di pagina in pagina a braccetto della morte. Attorno al vicesceriffo, “bifolchi e cafoni”, dentro, un senso di fallimento e malessere che a fatica riesce a non far saltare il tappo della bottiglia che lo tiene sotto governo. Ma gli imprevisti sono sempre dietro la porta. Possiamo tentare tutti i collegamenti possibili. Ma Percival Everett è sempre più uguale a Percival Everett. Scrittore.

Corrado Ori Tanzi

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