Strani delitti all’hotel dei filosofi



Giuseppe Feyles
Strani delitti all’hotel dei filosofi
Manni
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Caso irrisolto ma non archiviato.
Nonostante l’alto numero dei detective, l’impressionante dispiegamento di mezzi e le rivoluzionarie tecniche di indagine, da secoli c’è un caso che ancora non è stato risolto. L’unica certezza è che si tratta di una donna capace di variare la propria identità. A volte è madre matrigna, altre la più tenera delle amanti o addirittura la spietata Femme Fatale per cui perdere la testa e mille altre definizioni ma, per quanto alcuni abbiano pensato di averla posseduta, nessuno mai l’ha vista nuda.
Sono tempi incerti quelli che viviamo dove l’alto è in basso, il nero è bianco e il peggiore è il migliore ma, se devo dirla tutta, è un bene che nessuno riesca a rinchiudere in gabbia la sospettata numero uno, perché chi arresterà la verità sarà anche il carceriere del genere umano.
Strani delitti all’hotel dei filosofi di Giuseppe Feyles, oltre a essere la piacevole sorpresa con cui ho iniziato l’anno nuovo è anche una delle letture che più mi ha ristorato negli ultimi tempi; la mia passione per la Filosofia e la letteratura crime non sono un mistero, quindi immaginate come potevo essere contento trovandole intrecciate – meravigliosamente – in un romanzo.
Sì, più entusiasta di un bambino con accesso illimitato a tutte le giostre del miglior luna park.
In una struttura collocata al di là dello spazio e del tempo, e voluta da Socrate in persona, vengono ospitati i ventiquattro maggiori filosofi della storia che sono accuditi da una cameriera francese, un vecchio cameriere spagnolo e un giovane cuoco. Ritornati in vita i sapienti trascorrono le giornate dissertando di filosofia e confrontandosi tra di loro, almeno sino a quando l’idillio viene interrotto dall’assassinio di Parmenide, ma è solo il primo degli omicidi che in tre giorni farà tremare il destino dell’hotel dei filosofi.
Se vi aspettate un libro sulla condizione del bicchiere mezzo pieno – o mezzo vuoto – siete fuori strada e non correte nemmeno il pericolo di infilarvi in una selva di parole e concetti astrusi. Il merito di Feyles è di conoscere la materia, di averla resa accessibile anche a chi non la pratica dai tempi del liceo e di aver fatto rivivere su carta non solo le dottrine, ma anche gli uomini che le hanno formulate.
La parte gialla non sfigura nel solco tracciato da illustri predecessori, non me ne vogliate se non cito qualche nome, ma non vi anticipo nulla e vi lascio vivere la sorpresa di vedere come sia possibile risolvere un caso indagando a priori, oppure con l’utilizzo dell’intuito o della sola osservazione empirica.
La ricerca del colpevole non è solo un affare che riguarda dei segugi esperti ma passa anche attraverso le piccole e grandi domande dell’esistenza.

Mirko Giacchetti

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