Rachel Heng – Suicide club



Rachel Heng
Rachel Heng
Editrice Nord
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Lea è una donna di cento anni. Come molte persone della sua selezione deve rispettare alcune regole di frugalità alimentare e sociale. Diventa così una candidata ideale per accedere a un ulteriore e più ambizioso programma di cure e cioè prolungare all’infinito la sua esistenza. Ma un giorno succede un imprevisto. Sta passeggiando e al di là della strada intravede suo padre. Un ottuagenario con il quale non parla da tanto tempo. Senza pensare attraversa la strada e per poco non viene investita. Tale incidente però è grave per la sperimentazione e Lea viene depennata dalla lista dei prescelti. È costretta a frequentare delle sedute di gruppo, di sostegno. Ma ogni gruppo ha in sé anche delle realtà antagoniste. Ed è qui che entra in contatto con persone ribelli, membri del gruppo Suicide club tra cui è presente anche la figura paterna. A differenza degli altri, loro praticano sport estremi e frequentano concerti clandestini. Conducono una vita trasgressiva e molto alternativa. Insomma, l’eternità viene rifiutata come prospettiva terrena. Diversi personaggi si alternano: Anja, un personaggio del libro mostra un lato più umano, Lea invece rappresenta bene la freddezza del mondo in cui vive. Tali scelte però hanno un prezzo da pagare, forse troppo alto.
Rachel Heng  ci delizia con un libro distopico che affronta il tema dell’immortalità. La trama che si dipana in Suicide club  ci mostra un mondo inquietante, in cui traspare la freddezza e l’asetticità che veicola vite tutte uguali poiché allineate a determinati canoni alimentari e vitali. Senza sfumature e contrasti. Vi sono però anche delle disuguaglianze. Solo un gruppo può accedere a tale vita, un gruppo di privilegiati mentre gli altri sono destinati alla nostra comune vita mortale. Un libro piacevole e scorrevole che però ci spinge a riflettere sulla vita, il suo prolungamento, sulla possibilità di scegliere come e quando morire.

Roberto Estavio

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