Sujata Massey – La pietra lunare di Satapur



Sujata Massey
Sujata Massey
Neri Pozza
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Le inchieste di Perveen Mistry Vol. 2
Ci troviamo in India, negli anni Venti. Il piccolo regno di Satapur è un principato che non è formalmente parte dell’Impero Inglese, ma comunque ne subisce il controllo. Alla morte di Mahendra Rao, il maharaja, il potere passa nelle mani del primogenito, Pratap Rao, che però muore in uno strano incidente di caccia. A questo punto il nuovo regnante è il fratellino, Jiva Rao, che ha solo dieci anni e fino ai diciotto non può governare. Nel frattempo le sorti del piccolo stato sono in mano allo zio, mentre la nonna paterna e la madre sono in totale disaccordo per quel che riguarda l’educazione scolastica del futuro re. Per dirimere la questione viene chiesto l’intervento dell’autorità governativa inglese e così da Bombey arriva nella regione Perveen Mistry, giovane donna avvocato che, dopo gli studi in Inghilterra, lavora nello studio del padre.
Perveen arriva a Satapur che è appena finita la stagione delle piogge e alloggia nella residenza inglese dove conosce Colin Sandrigham, il rappresentante ufficiale del governo britannico che è in qualche modo responsabile anche dell’incolumità della famiglia del maharaja. Perveen si reca quindi nel palazzo reale per svolgere il suo compito. Si accorgerà però che c’è qualcosa di strano e di inquietante in tutta la vicenda. Forse la morte di Pratap Rao non è stata un incidente e la vita del piccolo Jiva è in pericolo.
Chi nell’infanzia ha amato Salgari non può che appassionarsi alle indagini della giovane Perveen. Ritroviamo le stesse atmosfere esotiche espresse però nella dimensione del giallo, anziché dell’avventura. Giungla, belve feroci, maharaja e intrighi di palazzo fanno da sfondo alle indagini della simpatica eroina. Perveen si trova a vivere e lavorare in un mondo declinato al maschile e limitato ancora di più dall’esistenza di caste che rendono la mobilità sociale impossibile.
Lo scorcio di India che ci offre l’autrice è interessante e rende l’idea della difficoltà della vita in un paese che era così rigidamente ordinato e diviso. Era anche il periodo in cui si affacciava sulla scena Gandhi, portatore di un nuovo modo di pensare che avrebbe aperto le menti delle future generazioni.
I personaggi sono descritti efficacemente e servono a evidenziare il momento di transizione che stava attraversando il paese. La nonna e la mamma del maharaja rappresentano rispettivamente il vecchio e il nuovo mondo che si scontrano, le rigide tradizioni che segregano le donne contro un modo di pensare più aperto, che lascia loro spazio di azione e una vita più libera.
Al di là del puro racconto poliziesco e pur essendo Satapur un luogo di fantasia, abbiamo un affresco dell’India a inizio Novecento, ricco di informazioni sul modo di vestire, viaggiare e mangiare che possiamo approfondire anche attraverso il glossario posto alla fine del libro.
Una lettura insolita ma piacevole, affine al giallo classico e che in qualche modo mi ha ricordato i romanzi con ambientazione russa di Akunin che hanno per protagonista lo stravagante Fandorin.

 

Cristina Bruno

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