Isabella Santacroce, a distanza di tre anni dall’ultimo romanzo Amorino, torna in libreria con Supernova. Undicesimo titolo della sua bibliografia e primo volume di una nuova trilogia. Ambientato a Milano nel quartiere Barona, Supernova è un romanzo poetico e appassionato. A tratti struggente, lucido e visionario al tempo stesso. Sicuramente coraggioso per il modo in cui affronta un tema scomodo e attuale come quello della prostituzione minorile. Dopo le ragazzine cattive e perverse di V.M. 18, la bambina-bambola imperfetta di Lulù Delacroix e le gemelle monozigote di Amorino, la Santacroce regala ai suoi lettori una nuova storia con protagonisti tre adolescenti. Tre infanzie fragili e derubate di quella sfera affettiva che dovrebbe proteggere e accompagnare lungo il naturale e graduale cammino di crescita. Dorothy (non a caso lo stesso nome della protagonista del Mago di Oz), Divna e Thomas, anime alla deriva che consumano la loro adolescenza fra sogni e incubi. Speranze e delusioni. Prigionieri di un ambiente familiare instabile e incapace di generare calore, circondati da adulti (corrotti, perversi o indifferenti) che fanno comunque di tutto per privarli dell’innocenza e della voglia di vivere. Amare. Per spegnere la loro luce. Perché la Supernova del titolo è proprio la luce che illumina da dentro i tre protagonisti. Un’esplosione stellare capace di liberare più energia del Sole, di splendere più di un’intera galassia, ma che può anche trasformarsi in un buco nero dal quale è impossibile fuggire.
Supernova
Ferdinando Pastori
