Tre allegri malfattori



Davide Bregola
Tre allegri malfattori
Barbera
Compralo su Compralo su Amazon

Ideale per qualche ora di relax troverete in libreria il primo romanzo di Davide Bregola, con per scenario Mantova e il suo ormai celeberrimo annuale Festivaletteratura. Dopo le prime pagine che regalano un decollo esilarante, é impossibile non appassionarsi alle tristi vicissitudini più che avventure di tre membri della onorata malvivenza locale costretti alla nullafacenza dalle intemperanze e disordini della piccola malavita composta soprattutto da bande invasore di barbari extracomunitari. Imperdibile la scena del duro – sotto choc perché costretto all’astinenza forzata da delinquere – che, in preda alla tachicardia, si crede moribondo e gira di notte in taxi per Mantova alla ricerca di una farmacia di turno… I tre scombiccherati protagonisti sono maestri di trucchi, di trabocchetti, abili nelle truffe e nelle sfide, sul filo dell’equilibrismo funambolesco che s’impara per strada. E, per tornare al funambolismo, Davide Bregola ha confessato che in vista di un reportage, aveva passato tutta una giornata con Philippe Petit durante il Festival del 2010. E proprio Philippe Petit, che nel 1974 sfidò l’impossibile e attraversò il vuoto tra le Twin Towers camminando su un filo, tra un’acrobatica esibizione e l’altra, ha narrata la sua storia di vita con i tanti borseggi per testare la sua destrezza con le mani, la refurtiva restituita, il carcere e le straordinarie imprese parigine in frac e tuba. Un personaggio pittoresco ma anche surreale, che ha offerto ispirazione a Tre allegri malfattori e svariate caratteristiche al baldo terzetto che, rispettando la regola locale, chiamerò solo per soprannome. E quindi abbiamo: il Nonno – l’appellativo non inganni perché dovuto ai capelli bianchi di un colosso poco più che ventenne – con la passione per i pugni e la bella Maura, il Filosofo che vorrebbe sapere tutto sul pensiero di Nietzsche e ambirebbe essere un capo e il Cinese l’ultimo aggregato, un mago con l’elettronica. La regola del Filosofo è: «Usare la testa per sbarcare il lunario. Intelligenza, vigore, ostinazione. Fortuna». I tre compari, decidono di organizzare il colpo del secolo: rubare, proprio durante i giorni del Festivaletteratura, il “primo lettore” della storia dell’umanità. Una sorta di “Uomo di Similaun” ritrovato tra i ghiacci insieme a dei papiri con un antico alfabeto che il romanzo favoleggia sia esposto alla Casa del Mantegna. Un romanzo a tinte noir che si rifà generosamente al Grande Lebowski e un po’ a Tre uomini in barca. Davide Bregola, scrittore, consulente editoriale e direttore artistico della Festa del Racconto di Carpi, che vive a Mantova, ha deciso di creare dei personaggi quasi romantici, quasi degli eroi di altri tempi, ma con il mito delle rapine. «Due del terzetto» ha dichiarato Bregola «hanno passato l’infanzia insieme in orfanotrofio, il terzo, il cinese, sa inventare aggeggi elettronici in grado di eludere il controllo delle telecamere». Ma i tre compari che vorrebbero fare grandi colpi non ne azzeccano mai una. Sono solo degli imbranati, dei falsi cattivi… quasi buoni.

patrizia debicke

Potrebbero interessarti anche...