Tutta la verità su Ruth Malone



Emma Flint
Tutta la verità su Ruth Malone
Piemme
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Se amate le atmosfere noir intrise di torbida sensualità di certi film degli anni ‘50 con Robert Mitchum e Veronica Lake Tutta la verità su Ruth Malone è il vostro romanzo. Ruth Malone è una cameriera di 26 anni in cerca di fortuna a New York, che possiede due vite: una alla luce del giorno come madre affettuosa di due bambini e una nelle tenebre notturne, in cui si ammanta di una sessualità vorace, che la conduce tra le braccia, troppe braccia, degli uomini spesso danarosi che incrociano i suoi passi.
Un giorno, Frankie e Cindy, i suoi figlioletti, scompaiono dalla stanza in cui Ruth li aveva amorosamente messi a letto. Verranno ritrovati giorni dopo, senza vita. I sospetti si appuntano su di lei sin dall’inizio dell’indagine: Ruth Malone beve troppo, fuma troppo, si è da poco separata dal marito perché aveva altri uomini, è troppo bella, troppo lussuriosa, troppo anticonformista.
E soprattutto non piange, non si dispera, non si strazia le vesti, come ci si aspetterebbe da una brava madre, anzi prima del funerale della piccola Cindy va a comperarsi un tubino nero per presentarsi ben acconciata alla cerimonia funebre. Tutte le altre donne sono diverse da lei, sono come Maria Burke, ex reginetta di bellezza del liceo che a trent’anni gira per il quartiere indossando una vestaglia da massaia e di notte porta i bigodini. Le altre donne vanno dalla parrucchiera il venerdì pomeriggio e il sabato sera cenano col marito sempre nello stesso ristorante, felici (così si dicono) della loro mediocre e rassicurante routine. Solo Pete Wonicke, giovane giornalista arrivato dalla provincia profonda crede nell’innocenza della donna, arrivando a giocarsi una promettente carriera per tentare di salvarla dalla prigione. Come Ruth, anche Pete crede e insegue il sogno americano: “questa è la terra della libertà, la terra delle opportunità…lavora sodo e avrai successo”, come Ruth anche Pete lotta per uscire dalla mediocrità, dal conformismo zuccheroso che inganna, chiamando rassicurazione quella che nel fondo è disperazione.
Il romanzo di Emma Flint accompagna Ruth verso quello che sembra un inesorabile calvario, ma che riserva un grandioso colpo di scena finale. La storia è dominata dalla figura di questa donna, che incarna una vitalità sensuale e animalesca, destabilizzante per quasi tutti i personaggi che entrano in rapporto con lei, ma che le permette di sopravvivere, con orgoglio e feroce dignità, alla lapidazione morale cui verrà sottoposta.
Nel romanzo scorre una violenza sotterranea, quasi invisibile, che si insinua in ogni pagina: la violenza del conformismo, del pregiudizio, della corruzione, del machismo e del perbenismo. I bravi mariti che, se appartengono alle classi sociali più basse, picchiano, con discrezione, le mogli oppure, se sono più facoltosi, le tradiscono senza alcun scrupolo di coscienza, sembrano riscattare con la loro grettezza l’amoralità esibita di Ruth Malone.
Una storia intensa e complessa, che offre uno spaccato dell’America urbana degli anni ’60, dei sogni proibiti della generazione di donne che precedono la rivoluzione del ’68. Vi rimarrà impressa Ruth Malone, tragica femme fatale, che cova in sé i desideri e le ribellioni di molte donne ma, anziché soffocarle, le ostenta affrontando, fragile e insieme spavalda, una via crucis senza speranza di redenzione.

Donatella Brusati

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