Martin Caparròs – Tutto per la patria



Martin Caparròs
Martin Caparròs
Einaudi
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Rapporti che si sgretolano, o forse si smascherano, con le menzogne, rapporti che si saldano con supposizioni di cruda realta’, nel mentre spacciatori delatori,fumo,tango,alcol,sesso,giornalisti codardi, poliziotti ambigui, sangue,
Borges, vacche,macello,cavalli, scommesse,Sherlock Holmes,rivoluzione,calcio. Sullo sfondo di una Buenos Aires suadente degli anni 30, spigolosa mescolanza di una Argentina che verrà, un esiliato della disperazione, che potrebbe essere la stessa di oggi, Andrès Rivalora, disoccupato,separato,padre assente,bagnato al confine tra criminalità e ordine borghese, investigatore per caso. Partendo dalle buche di un biliardo impregnato di confortante degrado,dove i favori diventano moneta di scambio di una qualsiasi ragione di esistere, alla ricerca del puntero Bernabè Ferreyra, giocatore della squadra di calcio dei los millonarios del River Plate, debitore di droga, intimamente ingordo di pesos,rifugiatosi forse nella Pampa natia.
In itinere un efferato femminicidio, con colpevoli designati, ideali, volontari; giornali che bilanciano compiacimento al potere e compiacimento personale, con verità e giustizia inutili e superflue variabili; ambienti culturali comicamente impacciati, essere umani che potrebbero tranquillamente sostituire nella sostanza gli animali, che siano vacche al macello della mala, o cavalli all’Ippodromo Palermo.
Indagini ufficiali corrotte, la ricerca del calciatore che si intreccia con esigenze criminali vestite di apparente rispettabilità, il calcio già oppio a protezione di una politica dall’equilibrio precario.
Martin Caparròs capace di una sontuosa ricostruzione storica, articola una trama in bianco e nero, colorando i particolari di un rosso potente, come le ornamentali insegne del Cinzano nei nebbiosi locali, macchie di un capitalismo invasivo alle porte, o come i capelli della Rusa, curiosa assistente del protagonista e altresì saltuaria compagna di letto, incalzando una colonna sonora composta dallo stesso protagonista, velleità di un tango sociale, che sfuma molto spesso in un tango carnale,con le macchine da scrivere delle redazioni dei giornali che si trasformano in fisarmoniche di avanguardia musicale del Piazzolla cheverrà.
L’autore regala a tutti i personaggi un carattere dominante, messo in risalto con sofisticati contorni irreverenti, accompagnando la quasi ingenua indagine delle tante domande di una ambivalenza malinconicamente umana,tra colpa ed innocenza che non possono, e non vogliono trovare una attribuzione definitiva.
Tutto per la Patria sviscera il crimine della sua temporalità, arricchendo di molteplici prospettive, senza mai comunque giudicarle, il percorso illusorio del giusto, lasciando la libertà personale di eleggere vittime e carnefici.

Paco Prama

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