Ultima notte a Lisbona



Giovanni Valentini
Ultima notte a Lisbona
SEM
Compralo su Compralo su Amazon

“(…) ognuno di noi vede le cose con i propri occhi, con la propria sensibilità e con la propria cultura. Al cronista, però, spetta il compito di riferire tutto nel modo più completo possibile, senza occultare gli elementi più ostici o avvalorare quelli più graditi. Senza mistificare la realtà, insomma, per non imporre subdolamente ai lettori la propria interpretazione – o peggio ancora, la propria tesi – e quindi per non ingannarli.”
Scrive questo Giovanni Valentini nel suo Noir, Ultima notte  a Lisbona, uscito nelle scorse settimane per i tipi della Società Editrice Milanese. E noi tutti, che conosciamo la sua prestigiosa carriera giornalistica, non possiamo fare a meno di chiederci: e quando un cronista diventa scrittore?
Ma lasciamo per un attimo in sospeso questa domanda per entrare nelle pagine del romanzo. Da subito, dalle prime citazioni di Pessoa, del Pereira di Tabucchi e dello splendido “Ultimo treno per Lisbona” di Pascal Mercier il lettore è preso per mano e condotto nel cuore della capitale portoghese, là dove è la passione dell’autore. E da una vicenda reale – l’incontro, in un ristorante,  con l’euforia di una giovane americana a cui il fidanzato ha appena chiesto la mano – Valentini dipana il suo racconto, nel quale si alternano suspense, cronaca ma anche pensieri esistenziali.
In una Lisbona descritta con amore e sensibilità, avviene un omicidio, che la polizia portoghese erroneamente cataloga come suicidio. Ma il protagonista, un anziano giornalista italiano, che ha scelto di trascorrere qui gli anni della sua pensione, decide di indossare di nuovo gli abiti del cronista e di indagare a suo modo su questo crimine.
Chi e perché ha fatto affogare nelle acque del Tago, il fiume di Lisbona, la giovane vittima?
Senza svelarvi il plot, perché sarebbe una cattiveria, aggiungerò che nella ricerca della verità ben presto si aggiungono elementi tragici quanto realistici, che arrivano a coinvolgere la Sacra Corona Unita, la mafia pugliese.
Un bel Noir corredato di colpo di scena finale, ma che come tutta la letteratura di questo genere lascia con l’amaro in bocca. L’identificazione del movente, anche qui, non apre ad un Happy End, tutt’altro, così come non lo fanno le considerazioni che, qui è là, Giovanni Valentini lascia cadere tra le pagine del suo libro.
E in questo modo torniamo alla domanda iniziale: cosa accade quando un cronista diventa scrittore? È davvero possibile per un giornalista dismettere gli abiti di una professione che ha indossati per una vita? Il suo punto di vista potrà per davvero divenire quello della Fiction, e basta?
Io non credo, ma lascio ai lettori la risposta definitiva, insieme al piacere di seguire lo splendido affresco culturale e storico di una città che noi si è mai paghi di conoscere.

Flaminia P. Mancinelli

Flaminia P. Mancinelli

Potrebbero interessarti anche...