Un caso speciale per la ghostwriter – Alice Basso



Alice Basso
Un caso speciale per la ghostwriter
Garzanti
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È così che funziona con te, Alice?
Perché, sai, chi non ha mai letto i tuoi libri potrebbe pensare che Un caso speciale per una ghostwriter racconti solo una storia dalle prerogative gialle – magari arricchita dalle intriganti connotazioni che caratterizzano l’indagine noir; plausibilmente potrebbe pensare che la tua scrittura, con docile condiscendenza, si adegui a una classificazione di genere che, invece, non riuscirebbe mai a cogliere tutte le sfumature cromatiche di cui, al contrario, si arricchisce.
Perché è così che funziona con te, Alice: le tonalità di cui si tingono i tuoi libri sono multiformi e si accendono di un’energia quasi caleidoscopica, capace di avvicendare dissacrante ironia a momenti di umana sensibilità, abile nel muoversi – con consumato mestiere – all’interno del complesso territorio rappresentato dai sentimenti e dalle relazioni e la cui attitudine comunicativa passa attraverso tutta una gamma di idee, di suggestioni, di riferimenti e citazioni letterarie, di slanci emotivi, di vicende interiori che divengono opportunità di riflessione.
Già, è così che funziona con te, Alice: tu ti muovi in universi sfaccettati, calchi palcoscenici che conosci bene, come quello dell’editoria e della letteratura per ragazzi, facendo di ognuno di questi elementi un ulteriore protagonista dei tuoi libri. Le storie per ragazzi non sono semplice fonte di ispirazione, costituiscono una componente essenziale della trama e riescono a conferire consistenza a tutta la struttura narrativa, fornendo appigli di autentica saggezza, offrendo pensieri su cui meditare e svelando quanto siano essenziali nella formazione individuale e collettiva di una società
E, proprio per tutto questo, il quinto – e ultimo – episodio della serie dedicata alla ghostwriter Vani Sarca non è solo “un caso”, in realtà la componente suspense non risulta particolarmente marcata e non rimanda a un’indagine su eventi delittuosi, ma è un caso speciale perché si traduce in un incantevole viaggio percorso da innumerevoli sollecitazioni intellettive ed emozionali; è l’avventura della vita quella narrata dalla voce della tua eroina, quell’avventura in cui mistero, imprevisto, pericolo e cambiamento sono sempre in agguato. Ogni cosa è destinata a mutare e nulla dura per sempre: le storie devono giungere a una conclusione; un ciclo deve chiudersi perché un altro possa iniziare. È il momento delle scoperte e dei bilanci, il momento in cui fare i conti con se stessi, comprendere la propria identità, trovare il coraggio di vedere quanta bellezza possa nascondersi anche nel più temuto degli epiloghi. Vani ci lascia, ma non prima di essersi data interamente ai lettori, non prima di aver ridefinito il proprio concetto di indipendenza e aver aperto uno squarcio nella corazza misantropa e disincantata che indossa da quando era adolescente.
Ci faccia capire, Basso, lei sapeva da sempre che la dottoressa Sarca dietro l’arguzia che la contraddistingueva, al di là del sarcasmo, oltre la facciata eccentrica e asociale – che riportava a Lisbeth Salander – in fondo, ma forse non proprio tanto in fondo, nascondeva un’anima da Pippi Calzelunghe? Il look assurdo, l’indole solitaria, il patrimonio genetico che urla indipendenza da ogni cromosoma, la predisposizione a farsi toccare il cuore e gettarsi in “eroiche” e generose imprese per ridare agli altri ciò a cui avevano rinunciato erano indizi che aveva già disseminato nelle pagine dei libri precedenti. E la presa di coscienza di Vani non poteva passare che attraverso l’instaurarsi di relazioni sane, concrete, talvolta anche improbabili, che sono divenute occasione per sperimentare, per aprirsi ai legami e scoprirsi punto di riferimento per chi la conosce. Ha molto di corale questa storia: Vani Sarca si confronta con tutti quei personaggi che l’hanno accompagnata in questi anni e il suo punto di vista, acuto e attento come non mai, sa mettere in risalto la loro presenza che, in termini di contributo umano oltreché funzionale rispetto al plot, non risulta mai sfocata o inopportuna. L’amicizia con Morgana, adolescente che ha eletto Vani a propria mentore, è più forte che mai, ma viene messa a dura prova da una vita che, non tenendo conto degli affetti, decide di rimescolare le carte, ma finisce con l’essere gabbata perché quando un patto è forgiato nell’acciaio, costruito giorno per giorno e fissato nel cuore, niente, nemmeno un cataclisma potrà mai avere la meglio; il sodalizio professionale, ma soprattutto privato, col Commissario Berganza – clonato sul modello di Philip Marlowe – non manca di mettere in difficoltà – con la tenerezza e l’interesse che le riserva e coi progetti per il futuro – le certezze della protagonista, ponendola di fronte a decisioni che si rivelano più semplici di quanto si potesse credere; Riccardo, ex di Vani e scrittore di punta delle Edizioni L’Erica, non fa mancare il proprio apporto mostrando, a sorpresa, che non è solo un egoista mosso esclusivamente dall’interesse personale; la scomparsa di Enrico Fuschi, diviene lo stargate attraverso cui Silvana – Vani – Sarca si confronterà con una serie di rivelazioni inaspettate, che la porteranno ad ammettere che il rapporto, quasi, disfunzionale instaurato col datore di lavoro ha lasciato segni profondi e quello che serve, per onorare un legame, è un piano che sappia restituire e ricostruire quanto è andato perduto. E tutto ciò viene scandagliato mentre presente e passato alternano la loro testimonianza: il mistero di cui si cerca la soluzione sembra trovare la propria origine negli anni della giovinezza di un ragazzo, in un incontro determinante, nel coraggio di fare qualcosa per cambiare il mondo e anche se stesso. La disillusione e il senso di perdita innescheranno un effetto domino che porterà a conseguenze decisive nel modo di impostare la propria esistenza.
Grazie a una prosa irresistibile – intrigante e dinamica – la storia, i dialoghi e i personaggi acquisiscono un carattere sempre vivido; la fine analisi psicologica che porta a una credibile ricostruzione dei vari tipi umani ha una densità pastosa e appagante e lasciarsi irretire da un simile impianto narrativo è un’esperienza che non richiede alcuno sforzo. Al contrario, la difficoltà sta nel riuscire a rendere quanto possa agitarsi tra le righe di una sinossi che tocca solo la punta dell’iceberg: perché non sempre le parole di chi recensisce sono adeguate; non sempre possono toccare l’anima che si cela al di là di una vicenda. Le parole sono importanti e l’unico a possedere quelle veramente importanti, che sapranno parlare a ognuno in modo speciale, è il libro che l’autore ha scritto: non vi resta, dunque, che affidarvi a esso..”

Mariella Barretta

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