Un colpo all’altezza del cuore



Margherita Oggero
Un colpo all’altezza del cuore
mondadori
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Non c’è niente da fare, Margherita Oggero è sempre LEI! Con la sua intelligenza e il suo incredibile, inarrestabile e irresistibile humour che ci tengono incollati alle pagine. Come un prestigiatore sul palcoscenico, in Un colpo all’altezza del cuore tira fuori l’accoppiata vincente: la sua stracollaudata Camilla Baudino (cognome piemontese da manuale!) prof., la quarantina passata, un lavoro che non l’entusiasma e attualmente una situazione familiare abbastanza confusa (figlia in umori adolescenziali e marito a Roma in pausa o quasi separazione) e Francesca Gariglio, l’amica medico con la quale condivide, idee, confidenze e sfoghi, che ha circa quindici anni di meno, un fidanzato fedifrago lontano e si è trasferita per lavoro da Torino a Chivasso, dove esercita e abita durante la settimana. Francesca Gariglio, mentre sta andando in ospedale in una gelida giornata invernale che chiama neve, assiste a un incidente: una donna di colore viene investita da un’auto che fugge. Lei riesce a prendere parte dei dati della targa e per fortuna c’è un altro testimone volenteroso. Avverte i carabinieri, sale in ambulanza con la donna e l’accompagna in ospedale… Contemporaneamente a Torino Camilla Baudino, la sua amica, la prof., si trova invischiata casualmente in un’indagine. Attraversando a un semaforo mentre va a scuola è l’unica testimone di un omicidio. Un motociclista si accosta e spara alla testa di un automobilista, un impresario edile di 58 anni incensurato, tale Quarello, all’angolo fra corso regina Margherita e via Montebello (a due passi dalla Mole Antonelliana). Stravolta la prof., peggio che una novellina, chiama il 112 ma è di turno la polizia che arriva al comando dal commissario Berardi, già proprio lui, con il quale ha tagliato i rapporti da tre anni… Ma lei non riesce a dare indicazioni valide. Ricorda che l’assassino, un uomo robusto, indossava muta e casco e la moto… era una moto nera. La donna di colore investita a Chivasso, probabilmente un’irregolare, è scomparsa dal pronto soccorso. Dov’è finita? Francesca convocata al comando dei carabinieri per dare la sua testimonianza, si ritrova di fronte il capitano Sartori che l’inquieta e con il quale l’anno prima ha avuto un contatto semi conflittuale (la sua denuncia dell’assassinio di una donna non ha trovato riscontro). Ma il loro colloquio viene abbreviato dalla notizia di un delitto: una ragazza, la nipote, ha trovato lo zio, Domenico Torasso stimato ex funzionario di banca in pensione ucciso a casa sua a sprangate in testa. Denaro e oggetti non sono stati toccati, parrebbe trattarsi di un omicidio dettato dall’odio, dalla vendetta? Camilla e Francesca, entrambe in confusione si parlano, poi si incontrano a Torino nel fine settimana e scambiano notizie e ipotesi sui casi che le intrigano. Il Torasso, lo stimato ex funzionario di banca di Chivasso si rivela un usuraio. Viene fuori che la sua abitazione è poco lontana dal luogo dell’investimento… e, vedi caso, l’ uomo era ex paziente di Francesca. Gli indizi raccolti portano i carabinieri al fidanzato della nipote… Per il morto di Torino saltano fuori una serie di pasticci di famiglia, con figli e figliastri malvoluti, e nell’azienda di costruzioni. Sembra che un incidente sul lavoro abbia provocato un ricatto. Ma le indagini stagnano. Solo l’umanità e la lucida visione delle due amiche farà fare dei passi avanti. Cosa può legare i delitti di Torino e Chivasso? Qualcosa quadra. La soluzione dei casi c’è, è a portata di mano, anche stavolta suggerita dal geniale intuito di Camilla Baudino.

patrizia debicke

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