Un diamante da Tiffany

Il diamante del titolo aleggia su tutto il romanzo per far la sua comparsa in concomitanza dell’ultima pagina. Sebbene Tiffany sia presente trasversalmente su tre città. Sotto forma di un lucchetto trovato ai piedi di un albero di Natale nel negozio sulla Quinta Strada a New York. Attaccato al Pont Neuf, che traghetta dalle Tuileries fino all’Ile de la Citè, divenuto ritrovo degli innamorati parigini. E, poi a Londra sotto forma di un ricordo che trasformerà la sensazione di un amore nella consapevolezza dello stesso.

Come ogni pink che si rispetti il romanzo è permeato dalla serendipità, dottrina per cui cercando altro si finisce con il trovare ciò di cui realmente si ha bisogno.

Cassie pensava di aver realizzato il suo sogno d’amore, sposando il primo fidanzato. Ed è dalla réunion organizzata per festeggiare il suo decennale di matrimonio che si innesta il romanzo.

La crisi è dietro l’angolo, il matrimonio (in seguito a un colpo di scena che rivoluzionerà la prospettiva della protagonista) subisce uno scossone. Lei, casalinga a tempo indeterminato, si troverà senza una casa: ha urgente bisogno di capire chi sia realmente e quale direzione prendere. In questo dedalo di domande, la risposta sarà fornita dalle amiche. Trascorrerà una stagione con ognuna di loro, nelle tre capitali più affascinanti del mondo, traendo il meglio, in questo modo da New York, Parigi e Londra.

In un viaggio ricco di sorprese e incontri inaspettati, dalle vetrine luccicanti della Fifth Avenue ai cafè sugli Champs Elisée, fino alle stradine colorate di Notting Hill, Cassie cercherà di scoprire quale sia la città su misura per lei. E se il futuro avrà in serbo un romantico nuovo amore o un inaspettato e travolgente ritorno di fiamma.

Tutto nel segno della scatolina blu, il cui scintillante contenuto, come da campagna del produttore di diamanti De Beers, è per sempre.

Bea Buozzi

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