La prima parte di questo approfondimento è stata pubblicata giovedì scorso.
Nel racconto di Lienna Silver Pesce in Los Angeles noir a cura di Denise Hamilton, Alet 2008, uno dei personaggi, Grigorij Petrov, si sente male (e dopo muore) proprio nel momento in cui sta per muovere la Regina (non si capisce di che colore sia).
In La Rosa e il Serpente di Ariana Franklin, Piemme 2008, ci sono anche gli scacchi quando Mansur gioca contro l’abate e Adelia Ortese Aguilar, un medico della dotta scuola di Salerno, guardando la scacchiera dice proprio al suo fedele “Stai perdendo”. Mansur “Gioca meglio di me, che Allah lo maledica” risponde. Siamo nell’Inghilterra del XII° secolo.
In Il cigno nero di Nassim Nicholas Taleb – Saggiatore 2008 – a pag.78 “…. Esistono tuttavia alcune eccezioni; per esempio è stato dimostrato che i grandi giocatori di scacchi si concentrano sui possibili punti deboli di una mossa ipotetica, mentre i giocatori alle prime armi cercano di confermare le loro ipotesi invece di falsificarle. Ma non mettetevi a giocare a scacchi per praticare lo scetticismo. Gli scienziati ritengono che sia la ricerca delle proprie debolezze a farne bravi giocatori di scacchi, non che sia il gioco degli scacchi a trasformarli in scettici…”
Un altro romanzo fondamentale legato agli scacchi è uno dei capolavori di Ellery Queen, anche se materialmente scritto – e si vede – da Theodore Sturgeon: Bentornato, Ellery! (The Player on the Other Side, 1963), costruito fin dal titolo – una famosa citazione del biologo Thomas Huxley – come una vera e propria partita a scacchi (i quattro personaggi principali sono le torri, e le loro abitazioni le relative caselle di partenza), e dove ogni capitolo ha il nome di una situazione di gioco (cosa, questa, che mi sembra sia purtroppo andata persa nella traduzione italiana; ma sottomano ho solo l’originale, non l’edizione Mondadori, e non posso controllare)”. Intervento del bravissimo traduttore Luca Conti nel Blog del giallo mondadori.
Nel libro Sotto un cielo cremisi di Joe R. Lansdale, Fanucci 2009, si viene a sapere che i due protagonisti principali Hap e Leonard sanno giocare a scacchi.
In Il treno per la campagna di Kerry Greenwood, Polillo 2009, a pagina 63 si legge “sembra che la nostra Jane ricordi come si gioca a scacchi, però non riesce a battere la dottoressa MacMillan”.
In La vedova del miliardario di E.C. Bentley, I classici del giallo Mondadori 2009, il segretario americano del signor Sigsbee Manderson sa giocare a scacchi, requisito tra l’altro richiesto proprio da Manderson.
In Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson, Marsilio 2007, l’eroina della storia con la testa un po’ fuori posto fa conoscenza degli scacchi grazie al suo avvocato “Mangiavano il prosciutto di Natale e giocavano a scacchi. Lei era del tutto disinteressata al gioco, ma da quando aveva imparato le regole non aveva mai perso una partita”.
In Ipotesi per un delitto di Clifford Witting, Polillo 2009 due personaggi, Sir Victor e il ragazzo John, giocano a scacchi. “Gli scacchi sono tremendamente difficili” si lamenta il ragazzo che vorrebbe giocare a dama. “No, continuiamo a giocare a scacchi, il gioco più bello mai inventato dall’uomo” risponde l’uomo che offre anche una breve spiegazione della loro origine. Alla fine John si becca scacco matto.
Prima che passi la notte di Enrico Pili, carta d’imbarco 2009, è un romanzo ricco di citazioni sul gioco degli scacchi. Tra l’altro il personaggio principale, Silvio Diaz, segretario di un comune a pochi chilometri da Cagliari, sa muovere con qualche abilità i pezzi sulla scacchiera.
La terza e ultima parte di questa interessante rubrica sarà pubblicata giovedì prossimo. Assolutamente da non perdere!