Un tempo per soffrire




Un tempo per soffrire
TimeCrime
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Ogni genere narrativo ha un’identità certa e convenzionale: offre al lettore dei punti saldi che ne rendono riconoscibili prerogative e fattezze.
I cultori del Thriller sanno bene cosa contraddistingue e marchia questa forma letteraria.
Suspense amplificata dall’alternanza tra momenti dal ritmo incalzante e altri, più brevi, in cui la tensione cala.
Colpi di scena.
Plot intricato e in continua evoluzione.
Eterna disputa tra bene e male incarnata dall’immancabile scontro tra l’eroe e una figura che si pone come antagonista.
Elementi del filone poliziesco-investigativo.
Atmosfere cupe.
Temi controversi.
Ognuna di queste connotazioni rappresenta un imperativo imprescindibile, ma rischia di rimanere forma mera e asettica se non viene declinata attraverso il filtro del talento e della sensibilità  dell’autore. Non basta l’esecuzione meccanica di un manierato cerimoniale: è necessario conferire sfumature che diano spessore e trasfondano un’anima vitale a un copione altrimenti piatto e amorfo. E se uno scrittore è in grado di trasfigurare con l’abilità di un fuoriclasse i lineamenti del thriller quello è senza dubbio John Connolly, che – pur rispettando con diligente osservanza i rituali del genere – riesce a incidere ogni sua pagina di  un’essenza unica e irripetibile.
E nel  quattordicesimo appuntamento col suo indimenticabile eroe, Charlie “Bird” Parker, di recente pubblicato da TimeCrime, l’autore irlandese non tradisce le aspettative e con la solita perizia cui ci ha abituati ripropone un intreccio avvincente e complesso – come è suo marchio di fabbrica.
Un tempo per soffrire è sintesi perfetta di tutte le suggestioni di cui la scrittura di John Connolly  sa farsi veicolo: un fronte narrativo principale di grande ricchezza e complessità dal quale si sviluppano innumerevoli sottotrame, una prosa irresistibile fissata con un inchiostro fatale che porta con sé  il carattere del sublime e che si spinge ai limiti del poetico, una vena ironica che irrompe nella scena e spezza quella presenza malinconica e tormentata il cui pulsare costante agita i suoi libri, un’affascinante elemento paranormale sempre credibile e convincente  e, non certo per finire, una rara attitudine a rendere l’universo emotivo di ognuno dei suoi personaggi che gli consente di dare pieno compimento a una raffigurazione mai stereotipata dei suoi attori, tutti caratterizzati con precisione chirurgica e resi in ogni aspetto della loro fragile umanità.
Il suo protagonista si impone. Grandeggia e imprime alle storie che racconta, con la bellezza carismatica della sua dicotomica personalità, un’energia emozionale preziosa.
“Charlie è un eroe dalle forti tinte: furioso, angosciato, controverso, imperfetto, ma” che “sottende una forza virtuosa che gli impedisce di soccombere agli istinti più bassi e distruttivi dello spirito umano.  John Connolly con la più vivida delle rappresentazioni ce ne fa conoscere le sofferenze, i conflitti e le speranze  che lo domineranno nel suo percorso di espiazione e riscatto.”
John Connolly crea un legame tra il lettore e i suoi personaggi principali: un legame intenso, empatico, affettivo, amplificato dall’indole autentica che consegna loro e che sa rendere tangibile.
Accanto a Charlie, gli amici di sempre – Angel e Louis – senza la cui presenza la trama perderebbe parte del proprio carattere e insieme a loro le figure che sono più care a Bird – le figlie – ognuna a infondere nuova linfa, a dare risposte e, al contempo, a porre nuovi e inquietanti interrogativi.
Un tempo per soffrire scandisce i momenti in cui Charlie Parker deve  nuovamente confrontarsi con forze oscure e letali, mentre continua il mistero che avvolge la sua stessa natura e il ruolo che gli è riservato nell’incessante e ancestrale battaglia tra l’irresistibile spinta verso la giustizia e l’innata tendenza verso il male e l’immoralità  che domina il mondo. Ricostruirne la trama è impresa ardua e la sinossi riesce a fornire solo delle insufficienti linee guida che ci conducono sulla superficie di un’indagine che nasconde molto di più di quanto l’incontro con Jerome Burnel – ex galeotto, a suo dire vittima di un macchinoso e malvagio complotto – sembra suggerire. È una storia tragica, a cui non è facile dare credito, quella narrata da quest’uomo spezzato dalle accuse infamanti e dalle esperienze subite: chiede la possibilità di riscattare il proprio nome e di poter far luce sulla sorte di due donne, con cui il destino ha deciso di fargli condividere quel momento drammatico in cui tutto ha avuto inizio. Jerome Burnel teme per la propria vita e quando scompare senza lasciare tracce di sé il detective Parker ha già deciso di accettare il caso, avventurandosi in un lavoro investigativo pericoloso, che lo condurrà a scoprire i segreti di una comunità dallo spirito settario, le cui mosse violente e angoscianti sono compiute in nome di una realtà disumana e inafferrabile venerata come il Re Morto.  È un episodio, questo, nel quale è possibile osservare alcune differenze rispetto ai libri precedenti in cui la componente paranormale è più marcata e nei quali l’attenzione per il mondo interiore e la vita privata di Charlie era più incisiva, ma nulla di tutto ciò sottrae qualità alla narrazione o piacere alla lettura: John Connolly si conferma per l’ennesima volta uno dei maestri indiscussi del Thriller.

 

Mariella Barretta

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