Una cattiva babysitter – Gilly MacMillan



Gilly MacMilan
Una cattiva babysitter
Newton Compton
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Le storie di molte donne si intrecciano nel thriller della MacMillan, donne che sono state amanti, madri,figlie e che hanno vissuto il proprio ruolo in ceti sociali molto diversi tra loro.
Dai quartieri di Londra, con amicizie povere ai limiti dell’indigenza ed alla ricerca di un lavoro, alle sontuose dimore dei Lord inglesi, mete ambite, per le quali si è disposti a tutto.
Jocelyn ha avuto una vita difficile; sin da bambina sente il peso di una colpa che le è stata addossata. La sua baby sitter ha lasciato la ricca casa dove vivevano – per colpa sua – perché si è comportata male, senza farvi più ritorno.
Da quel momento la stessa sua vita è cambiata: trent’anni dopo trasferitasi dalla California all’Inghilterra, è alla ricerca di un modo per non commettere sbagli con la propria figlia Ruby, e con la propria madre un’aristocratica signora inglese, piena di segreti.
L’ossessione della scomparsa di Hannah, l’adorata baby sitter, non l’ha mai abbandonata ed è ancora piena di ricordi, di nostalgia, di domande e desiderosa di verità.
Ed è la verità che viene a cercare la famiglia di Lady Holt, nella verde campagna di Lake Hall.
Dalle acque del lago spunta un teschio umano, che porta inconfondibile sulla fronte il segno di una profonda frattura.
Non è un reperto archeologico; la Polizia inizia le indagini per datarlo e ricostruire il volto. Ma non è l’unico evento che scuote la fintamente noiosa campagna inglese.
Se il teschio giace immobile e sinistro in una teca del Distretto di Polizia è ancora la verità in carne ed ossa che bussa alla porta di Casa Holt.
C’è una donna che potrebbe avere tutte le risposte che Jocelyn cerca da decenni: si tratta di tessere una trama di acquisizione di fiducia, di solidarietà, di confidenza, di complicità femminile.
Tutti sentimenti che Jocelyn non sperimenta più da tempo, segnata com’è da un’infanzia triste, con genitori austeri.
C’è anche l’arte che fa da sfondo a questo thriller, ben scritto e coinvolgente dalle prime righe, dove la passione per il bello e l’estetica aiuteranno Jocelyn a ritrovare un lavoro che l’appassiona.
Tra i dipinti di cui si occupa, nella galleria d’arte di un amico di famiglia, c’è la vanitas (dalla locuzione latina vanitas vanitatus et omnia vanitas, vanità delle vanità tutto è vanità) che in pittura è una natura morta con simboli che rimandano alla caducità della vita umana.
E di vanità ce n’è tanta ma c’è anche la verità, che è sempre più grande e riemerge con forza, inossidabile.
Riemerge dal fondo del lago, bussa persino alla porta di casa.

Marinella Giuni

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