Una donna in guerra – Roberto Costantini



Roberto Costantini
Una donna in guerra
Longanesi
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Il romanzo perfetto, laddove parliamo di romanzo di genere, ha tra le sue caratteristiche il giusto equilibrio tra le vicende di vita privata del protagonista (o dei protagonisti) e la parte di azione. “Una donna in guerra”, ultimo thriller di Roberto Costantini, quello del commissario Balistreri per i meno attenti, appartiene a pieno titolo a questa categoria, frequentata da pochi. Di Aba Abate, figlia di Adelmo, generale dei carabinieri dei servizi segreti italiani che le ha impartito un’educazione severissima, madre di due adolescenti, moglie di un aspirante scrittore e contemporaneamente funzionaria anch’essa dei servizi (all’insaputa della famiglia), noi sappiamo tutto. Costantini alterna sapientemente pagine che raccontano il rapporto coi figli e col marito Paolo, che la tradisce con la sua migliore amica, a pagine in cui Aba si trasforma in Ice (questo il nome in codice) per combattere il terrorismo islamico ed evitare di far esplodere -letteralmente- il nostro Paese. Il lettore arriva così alla fine delle 400 pagine di questa magistrale spy story senza sforzi e questo, vale la pena sottolinearlo, capita solo quando ogni ingrediente è stato messo al posto giusto e tutto, per l’appunto, fila via liscio come l’olio. Il giusto equilibrio, si diceva, tra semplicità e complessità. Non sono tanti gli scrittori italiani in grado di procedere in questa direzione (ben architettata a tavolino), il cui contraltare negativo, ma non è il caso di Costantini, potrebbe essere quello di perdere un po’ di freschezza. “Una donna in guerra” ha rappresentato per me una settimana di piacevolissima lettura: una sera posavo il libro sul comodino dopo che Aba aveva strigliato la figlia perché rincasata tardi, quella dopo mentre Ice era sottoposta alla macchina della verità per evitare di finire dietro le sbarre. Dopo aver impedito insieme ai suoi colleghi un attentato in Campidoglio, Ice deve infatti rispondere -anche e soprattutto alla Cia- della morte di un alto dirigente dei servizi, peraltro suo mentore. E per questo, appunto, rischia il carcere. Costantini, un caso mondiale se si valutano le vendite dei suoi romanzi dall’esordio del 2011 (Alle radici del male) a oggi, è ingegnere che scava e si sporca le mani sia quando disegna l’Italia corrotta del commissario Balistreri, sia quando affronta il tema del terrorismo e del delicato equilibrio tra Occidente e medio Oriente. “Una donna in guerra” (Longanesi) è la seconda puntata di una trilogia che l’autore andrà a concludere verosimilmente il prossimo anno. Se fosse una canzone questo romanzo suonerebbe come “Aggio Perso ‘o Suonno” di Neffa. Voto: 8 e mezzo.

Alessandro Garavaldi

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